XII Relazione : Il mestiere di Sindaco

RELAZIONE SEMESTRALE – Capitolo XII

 Il mestiere di sindaco (1 gennaio – 30 giugno 2000)

 1. Fare il Sindaco in questo Comune

Più volte mi sono chiesto in questi ultimi mesi se c’è un mestiere di Sindaco. L’ accentramento del fuoco e dell’ attenzione su questo soggetto politico ed amministrativo che la legislazione ha ridisegnato ormai da sette anni, ne fa una figura tutta particolare di manager e mediatore allo stesso tempo. Deve avere virtù politiche e virtù imprenditive; deve condividere con la sua gente i problemi dell’ oggi ma sapere guardare oltre l’ orizzonte temporale e presagire e programmare il futuro; deve saper conciliare ma anche imporre le scelte, quando le situazioni non possono più rimanere sospese; deve essere presente nel luogo per fronteggiare le situazioni di crisi che non sono mai poche e prevedibili, ed allo stesso tempo deve essere presente a Roma e Palermo sapendo destreggiarsi fra Ministeri ed Assessorati, deve stringere alleanze con altri Comuni, deve conoscere le innovazioni importanti che si sviluppano incessantemente in giro per il mondo; deve essere vicino a tutti, amici ed avversari, deve sapere ascoltare e valutare ma allo stesso tempo deve tenersi distante quanto necessario per essere libero nelle decisioni e non lasciarsi coinvolgere e condizionare da logiche particolari.

Fare il Sindaco vuol dire sapere attraversare successi e difficoltà, grandi soddisfazioni e profonde amarezze senza lasciarsi esaltare dalle prime e scoraggiare dalle seconde, ma continuando a lavorare imperterrito e sfidando le non poche difficoltà.

Questo sempre e dovunque probabilmente. Ma questo soprattutto nelle Eolie che presentano problemi amministrativi inediti e assolutamente sconosciuti dalle leggi e dalle normative, perché non esiste altro Comune in Italia  articolato su un territorio di sei isole, tutte abitate lungo il corso dell’ anno. E ancora questo in particolare, in questo semestre in cui alcuni nodi relativi al futuro sviluppo si sono evidenziati in tutta la loro complessità ed hanno prodotto discussioni e schieramenti in gran parte imprevisti. Questo semestre è stato sicuramente il più difficile anche perché – proprio per le ambivalenze accennate – è stato vissuto per la gran parte in solitudine. Una solitudine di cui porto sicuramente la maggiore responsabilità.

Quando si verifica una crisi la responsabilità maggiore deve essere attribuita al capo. E molte volte mi sono interrogato su di esse, anche ricorrendo alla metafora del gabbiano dalla barba grigia e del corvo nero carbone che – al di là delle interpretazioni che ne sono state date –  non voleva rappresentare che il dialogo fra l’ amministratore (il gabbiano) e la propria coscienza critica intellettuale (il corvo di pasoliniana minore che accompagna Totò nel film  “Uccellacci, uccellini” ).

La relazione semestrale scorsa concludeva con l’esigenza di prestare maggiore attenzione ai piccoli problemi di ogni giorno. Ma probabilmente la crisi non sta nella divaricazione fra la gestione del quotidiano e l’ attenzione ai grandi progetti. La crisi è più profonda, investe quella che gli antropologi chiamano la cultura sociale di base. Investe cioè la comune percezione del futuro sperato e la capacità di condividerlo. Il mio errore più grave è stato forse quello di anteporre l’ urgenza della gestione alle relazioni con la gente, con i consiglieri, con gli amici, con i collaboratori per riuscire a spiegare ogni passaggio e maturare insieme le difficoltà prima dei successi. Ho creduto, in contraddizione con il messaggio che derivava dalla mia formazione aclista, che la forza dei fatti potesse essere immediatamente compresa senza la mediazione di un lavoro continuo ed incessante  di confronto e di dialogo.

È possibile, almeno in parte, rimediare a ciò? Non lo so ma ci spero. Anche perché, finché potrò, ho la responsabilità di lavorare per garantire un futuro alle Eolie.

Da qui l’esigenza di aprire una meditazione corale su che cosa vuol dire oggi fare il Sindaco alle Eolie. Può servire a me in questi ultimi due anni scarsi di sindacatura (se mi si consentirà di completarla), può servire a chi viene dopo di me di cui già si comincia a discutere, può servire soprattutto alla gente che deve sapere che cosa può e non può attendersi da chi elegge alla più alta responsabilità municipale, può servire ancora alla gente che deve capire che oggi il mestiere di Sindaco e del tutto diverso dal passato.

2. Le soddisfazioni e le amarezze di questi sei mesi

Ho detto che fare il Sindaco vuol dire sapere attraversare soddisfazioni ed amarezze anche profonde. In questo semestre non sono mancate e non sono state poche le soddisfazioni: la notizia che le Eolie hanno superato la dura selezione necessaria per entrare a fare parte del Patrimonio dell’Umanità; la delibera CIPE del 15 febbraio scorso che crea uno stanziamento specifico per le isole minori e – a Palermo – l’apertura di un tavolo per il finanziamento dei progetti delle isole minori; la presentazione alla Regione finalmente di uno studio di fattibilità dei porti eoliani; il completamento e l’inaugurazione del palazzo dei Congressi; la promozione del primo Project financing al Comune di Lipari da parte di un imprenditore eoliano; il primo premio conseguito dal CD-Rom del centro Servizi al Convegno di Ferrara delle cento città d’arte; l’apertura di un tavolo di accordo fra il Comune, l’EAS e l’ENEL per affrontare e risolvere i problemi dell’acqua e dell’energia elettrica nelle Eolie; l’annunzio che l’iter del Piano territoriale paesistico è ormai giunto alla fase conclusiva e che le revisioni in corso possono influire positivamente sui Patti territoriali; lo sviluppo dei rapporti con i Comuni della costa Tirrena, dei Peloritani e dei Nebrodi per creare un distretto integrato del turismo… , e non ultimo un grande salto di qualità nel turismo eoliano registrato nei mesi di maggio e giugno.

Non sono nemmeno mancate le amarezze: la morte di “Una speranza per le Eolie” il movimento fondato nel 1994 e che ha accompagnato la mia amministrazione lungo tutti questi anni; la frantumazione della maggioranza in Consiglio Comunale, le difficoltà con i Consiglieri  e le frequenti voci circa la presentazione di una mozione di sfiducia; il logoramento dei rapporti con la gente per via di problemi che si trascinano e non riescono a risolversi; l’incomprensione verso scelte difficili ma ritenute ineludibili (prima lo spostamento degli aliscafi a Sottomonastero per i lavori e poi di nuovo a Marina Corta), le calunnie gratuite  immesse nel pettegolezzo locale e che trovano tranquilla circolazione perché più nessuno si fa carico di ribatterle…

E tutto questo mentre si sono dovuti affrontare e governare problemi gravissimi: le disfunzioni del dissalatore ed i contrasti con la Regione per i rifornimenti integrativi, le disfunzioni nei collegamenti soprattutto con le navi della Siremar (Carpaccio ed Isola di Stromboli), il protrarsi dei lavori a Marina Corta, le difficoltà a concludere due importanti progetti come quello dell’ accertamento sulle imposte locali affidato all’Atos e la sanatoria edilizia affidato a tre tecnici esterni, le ristrettezze di un bilancio che non permette di governare le emergenze, la lotta per superare mille ostacoli ai Patti territoriali (per l’assenza del piano regolatore e con un Programma di fabbricazione ormai superato, il Piano paesistico ancora in itinere per i gravi ritardi dell’ Assessorato regionale ai beni culturali, le difficoltà a recepire le esigenze dell’ ittiturismo da parte della legislazione esistente…), lo slittamento dei tempi del Piano della raccolta e smaltimento rifiuti (ritardi nei finanziamenti regionali per le stazioni di stoccaggio nelle isole, ritardi nel finanziamento della nave dedicata per i rifiuti, ritardi della Eolie Ambiente srl  per l’ entrata in funzione della nuova strumentazione…).

Ed ancora mentre piccoli e grandi problemi, problemi concreti, sono stati portati a compimento o hanno fatto significativi passi in avanti: la realizzazione del Palazzetto coperto dello sport (ormai in dirittura d’ arrivo), il completamento della nuova sede del Tribunale delle Eolie, lo spostamento dello sbocco delle acque reflue a Monte Rosa, la realizzazione della nuova Marina Corta, la realizzazione della prima stazione marittima delle Eolie sempre a Marina Corta, l’inizio dei lavori del II lotto per completare l’Auditorium dell’ Immacolata, il via libera alla copertura di Torrente Valle, lo stanziamento del finanziamento per la condotta idrica di collegamento Lipari-Vulcano, l’ ottenimento di 4 miliardi di finanziamento per le stazioni di stoccaggio dei rifiuti nelle isole minori, il decreto di finanziamento regionale per i vigili del fuoco volontari, la realizzazione delle colombaie ed il bando per i  nuovi loculi al cimitero di Lipari, la pubblicazione del bando di gara per il parcheggio di via Cappuccini…

3. Un monitoraggio dei piccoli grandi problemi di tutti i giorni

Questo affresco impressionistico del mestiere di Sindaco nelle Eolie riportato sull’ ultimo semestre evidenzia alcuni nodi e problemi su cui vorrei soffermare l’ attenzione.

Uno dei luoghi comuni che più mi affligge è che io sarei attento ai grandi progetti ma trascurerei  i piccoli grandi problemi di tutti i giorni. Cioè, se capisco bene, non mi interesserei se sono garantiti i rifornimenti idrici, se le strade sono pulite, se si fa il diserbamento, se le buche delle strade sono ricoperte, se i trasporti funzionano e via di questo passo. È un giudizio decisamente ingiusto. I problemi del quotidiano occupano gran parte del mio tempo e del mio impegno, come si può comprendere leggendo il paragrafo precedente.. Non avrei profuso tanta determinazione e tanta passione nella costituzione della Eolie servizi S.p.A. se non avessi avuto a cuore proprio i problemi minuti dei rifornimenti idrici, della raccolta e smaltimento rifiuti e delle manutenzioni.

Il nodo vero è che se le cose rimangono ferme non è per mancanza di attenzione ma perché ci si imbatte in difficoltà insuperabili malgrado gli sforzi. Quali le cause? Spesso i problemi sono troppo complessi e non alla portata degli sforzi isolati del nostro Comune. Occorre la collaborazione della Provincia  (che fine ha fatto l’area metropolitana?) o della Regione che spesso non esiste (anche se bisogna dare atto al Governo Capodicasa di avere fatto passi significativi verso i problemi delle isole istituendo, per esempio, l’Ufficio Isole minori che si è rivelato preziosissimo), o comunque è lenta e difficile. Spesso gli strumenti non sono adeguati e bisogna lavorare con pazienza e tenacia per renderli più rispondenti all’ obiettivo (è il caso dell’Eolie servizi spa dove comunque nel rapporto fra Comune e società mista si sono compiuti importanti passi in avanti). Spesso è problema di risorse ed il Sindaco non può inventarsele, soprattutto se Stato e Regione non aumentano i trasferimenti e se c’è una volontà generalizzata a non aumentare le tasse.

Quando leggo petizioni come quella inviatami da una quarantina di giovani e non giovani che chiedono maggiore igiene pubblica e lavori pubblici più celeri in coerenza con lo sforzo di crescita turistica che riconoscono, mi angoscio perché comprendo che dietro queste lettere – soprattutto quando sono scritte con educazione e volontà di dialogo come in questo caso – c’è una urgenza civica che condivido e di cui mi compiaccio, ma vorrei che al tempo stesso questo senso civico facesse un altro passo in avanti e cercasse anche di proporre delle soluzioni. Questi giovani o altri possono credere che sia l’Amministrazione che non voglia migliorare gli standard igienici? Non si rendono conto che c’è un problema di risorse? Si vuole aprire un dibattito pubblico sul come reperirle?

Ma è necessario riconoscere che, pure fra difficoltà ed ostacoli, dei passi in avanti nel cercare soluzioni a quelli che abbiamo chiamato  – nella relazione precedente – “le piccole grandi cose” si sono fatti e di questi voglio rendere conto.

Partiamo dal progetto sull’illuminazione delle zone alte di Lipari che è stato inserito nel Patto Territoriale dell’ Agricoltura e della Pesca. Esiste già il progetto di massima e si sta lavorando a quello esecutivo mentre si sta verificando la graduatoria in relazione ai finanziamenti che non sono solo quelli nazionali, ma anche quelli regionali decisi con una delle ultime delibere della Giunta Capodicasa.

Quanto ai cimiteri qualcosa si è veramente mosso. Sono già state realizzate le 163 colombaie al Cimitero di Lipari e sempre per questo scade a fine agosto la gara per la costruzione di 360 nuovi loculi. Per Canneto è stato presentato un project financing da un imprenditore locale con progetto di un ingegnere liparese che si propone un significativo ampliamento cadenzato in dieci anni realizzando le opere nella zona di proprietà comunale accanto al cimitero esistente, con le stesse caratteristiche tipologiche e strutturali di quello originario. Nell’ area disponibile si costruiranno n. 1289 loculi, otto cappelle a sei loculi, otto cappelle a 12 loculi, 54 colombaie e si sistemerà una superficie di 813 mq destinata a campi; nella restante area si prevederà il parcheggio con circa 20 posti macchina, dalla parte delle case popolari. L’importo previsto complessivo è di L. 1.847.562.268 lire.. A Vulcano sono in corso di realizzazione n. 40 nuovi loculi, ad Alicudi 25. A Stromboli 30 loculi attendono lo star bene della Soprintendenza per andare in gara. Ma il problema più importante e che darà risultati nei prossimi anni è quello di avere preso la decisione coraggiosa di calcolare nel costo dei loculi anche la manutenzione e la riqualificazione dei cimiteri. Questo vuol dire che nei prossimi anni sarà possibile investire un 150-200 milioni all’anno nel recupero di questi luoghi che oltre ad essere un posto importante nella vita religiosa e nei sentimenti eoliani ne ha uno anche di grande significato nella nostra storia e nella nostra cultura.

Qualche piccolo passo in avanti si è fatto anche nella razionalizzazione del servizio dei trasporti interni dell’isola di Lipari anche se rimangono i disagi dei cittadini delle frazioni interne e gli aumenti del costo del biglietto risultano, in molte situazioni, veramente esosi. Non avendo potuto differenziare – come era nelle intenzioni – il prezzo dei residenti da quello dei turisti, si corre il rischio di non incentivare l’uso del mezzo pubblico ma di stimolare un ulteriore aumento dei mezzi privati di trasporto che sono già eccessivi. Qui il tema è legato ad una riconsiderazione di tutto il comparto a livello regionale e ad una maggiore attenzione della Regione al problema delle piccole isole soprattutto nella stagione invernale, se si vuole contribuire decisamente alla loro destagionalizzazione.

Purtroppo niente di nuovo in termini concreti circa il controllo e le limitazioni all’ approdo dei barconi nelle isole. L’Amministrazione ha lavorato tutto l’inverno in due direzioni: la verifica dei poteri per riuscire a controllare il flusso di questi mezzi che rischiano di creare – soprattutto nelle isole più piccole – vere e proprie emergenze agli approdi; l’istituzione di un ticket per contribuire alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti. Sul primo piano ci si è trovati di fronte a nodi complessi di ordine giuridico-amministrativo. Da qui l’esigenza di una nuova legislazione e quindi la previsione nella proposta di legge sulle isole minori presentata a Camera e Senato fin dal febbraio scorso e sponsorizzata da ANCIM e COPIT di una norma che afferma “la facoltà dei comuni di regolamentare l’accesso dei turisti giornalieri con opportune modalità di selezione e contenimento dei relativi flussi e di istituire appositi ticket di ingresso” mentre il regolamento comunale per cercare di provvedervi momentaneamente con una tassa per lo smaltimento rifiuti è ancora all’attenzione del Consiglio Comunale.

Notevole l’impegno anche sul fronte della raccolta e smaltimento di rifiuti e del servizio idrico. Sul primo si sono realizzati i progetti delle stazioni di stoccaggio nelle isole per il quale si prevede un finanziamento della Regione per L. 3. 943 milioni comprensive di strutture, attrezzi e mezzi per Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi, Alicudi. Il decreto dell’ Assessore al Territorio ed Ambiente, dovrebbe essere emesso già a fine luglio per cui si comincerà ad operare in settembre. Sempre dalla Regione, Assessorato Enti locali, è stato definito il finanziamento di L. 970.000.000 per il trasporto dei rifiuti dalle isole alla discarica subcomprensoriale di Lipari, a conclusione di una trattativa durata oltre un anno e condotta dall’ANCIM con grande impegno e capacità di relazione con l’ARS ed il Governo regionale. Infine è da registrare l’investimento di circa 2 miliardi operato dal COSECO il Consorzio che gestisce l’Eolie Ambiente srl  in cassonetti, spazzastrade, scarrabili ecc. Tutto ciò dovrà comportare, a cominciare da metà luglio, un salto di qualità nel servizio che i cittadini attendono. Comunque questi successi parziali sono indubbiamente il frutto di una nuova capacità di dialogo fra Amministrazione ed Eolie Servizi spa e i primi segni nella Spa mista di iniziative veramente imprenditoriali.

Lo stesso si spera per il servizio idrico. Qui le novità dovrebbero essere più significative. Intanto è da registrare che è divenuto esecutivo (anche se non ancora operativo) il protocollo di intesa fra l’EAS e l’Eolie Servizi spa per il Comune di Lipari circa la gestione delle reti idriche comunali superando un contenzioso ed una disfunzione che durava da decenni. L’EAS ha preso in consegna la rete di proprietà del Comune di Lipari ed ha affidato la gestione dell’ intera rete comunale e dell’ EAS all’ Eolie Servizi spa. Finalmente così il nostro Comune avrà un gestore unico dell’intera rete con una politica uniforme della distribuzione e della tariffazione. Il protocollo di intesa rientra in un accordo più vasto che comprende imprenditori pubblici e privati come , per il momento, l’ENEL Hydro e la Di Vincenzo SpA, di cui parleremo più avanti. È necessario aggiungere che tutto questo procedeva nel mezzo di una battaglia difficile combattuta con grande determinazione perché – di fronte a difficoltà incontrate dal dissalatore a produrre acqua con i tre moduli nel mese di maggio e giugno – la Regione autorizzasse l’integrazione del rifornimento a mezzo navi cisterna, tenendo conto non solo dei quantitativi già pattuiti ma anche degli incrementi pretesi da una stagione turistica eccezionale. Contemporaneamente bisognava tenere d’occhio il rinnovo del decreto di emergenza del Ministero degli Interni per il rifornimento del secondo semestre nel quale le Eolie strappavano, per i mesi di luglio ed agosto, un impegno di 170 mila tonnellate per ciascun mese da rifornire con navi cisterna. Quantitativi tali da metterci a riparo da qualsiasi crisi del dissalatore.

L’ attenzione ai piccoli problemi quotidiani c’è stata, anzi è cresciuta, inquadrata però sempre in una logica progettuale e di sviluppo. Certo, se l’amministrazione avesse potuto disporre, fin da gennaio di un paio di miliardi in più, quanto finirà probabilmente col risultare a consuntivo, non ci sarebbero stati problemi di piccola manutenzione delle strade, pulizie delle spiagge, diserbamento delle stradine e quant’ altro fa irritare il cittadino e lo rende animoso verso l’Amministrazione. Probabilmente, grazie al lavoro di questa Amministrazione, sia per gli adeguamenti dei finanziamenti regionali e nazionali, sia per la razionalizzazione e la verifica delle risorse dirette, fra un anno o al massimo due, questa speranza di una maggiore disponibilità sarà una realtà: è una eredità – e non sarà certo l’ unica – che lascerò a chi mi succederà alla guida del Comune di Lipari.

4.  L’ idea di un nuovo sviluppo nelle Eolie

Ma la crisi vera, come ho avuto modo di dire, sta altrove, e per comprenderla bisogna riflettere sul mio progetto di Amministrazione che ho inaugurato sei anni fa, nel luglio del 1994. Qual era questo progetto? Che cosa non ha funzionato? Era un progetto troppo ambizioso che ha scatenato preoccupazioni e timori? Oppure andava meglio articolato, meglio approfondito, meglio spiegato?

A riconsiderarlo oggi, anche alla luce di questi sei anni di lavoro, potrei ridefinirlo come legato a cinque punti essenziali: innanzitutto l’ idea di un nuovo sviluppo, quindi la  programmazione e la conseguente progettualità per dare volto a questo sviluppo; l’ affermazione della legalità come sostanza etica del nuovo sviluppo; il concerto fra energie e risorse pubbliche, private e del privato sociale come strumenti di realizzazione e di gestione; infine l’ efficienza e l’ efficacia della macchina amministrativa come motore del progetto.

Quale sviluppo per queste isole è stato forse il tema che più mi ha appassionato. Se sono tornato a Lipari accettando di fare il Sindaco in una situazione di grave difficoltà era perché nelle isole e nelle loro grandi potenzialità avevo imparato a credere. Ne ho parlato molte volte nelle relazioni semestrali, nei convegni a Lipari e in giro per l’Italia e l’Europa. Ho usato le metafore del “sogno eoliano” e dell’ “isola  sconosciuta”, ho parlato del turismo ma di un turismo diverso, non più legato alla stagione del mare e del sole ma qualificato dalla ricerca di eventi e di interessi che valorizzino il nostro immenso patrimonio naturalistico e culturale, che può svolgersi lungo tutto il corso dell’anno. Un turismo da promuovere riproponendo il termalismo, creando i parchi tematici dei vulcani e della pomice, sviluppando la dimensione museale fino a fare delle isole un grande museo a cielo aperto, organizzando luoghi, strutture, ed occasioni di incontro e di studio specializzati; un turismo in grado di alimentare l’ economia e la vita delle isole anche d’ inverno, di rianimare quindi anche altri comparti economici come la pesca, l’ agricoltura, l’ artigianato.

Questa idea di sviluppo è stata alla base del mio programma di sindaco ma è indubbio che è venuta arricchendosi di contenuti e di potenzialità strategiche lungo questi sei anni proprio grazie al confronto, al dibattito con tutti quelli che hanno voluto confrontarsi. All’ inizio era un discorso rivolto alle Eolie, poi è divenuto quello delle isole minori siciliane, poi delle isole minori italiane. Ho sempre cercato di dare conto di questo sviluppo nelle relazioni semestrali, aggiornando l’analisi e pubblicando nella documentazione la “carta di Lipari”, la “carta di Pantelleria”, il DUPIM e il relativo accordo di programma e così via. Oggi questa idea di sviluppo delle isole si trova in documenti nazionali ed internazionali. È la bandiera dell’ANCIM e si sta traducendo con i bandi che scadono il 15 luglio prossimo in un grande progetto nazionale proposto col concorso di energie e risorse private e pubbliche, è stato iscritto in un progetto di legge presentato alla Camera ed al Senato da deputati e senatori di tutte le forze politiche nazionali.

L’ ultimo tassello di quest’ idea di sviluppo è il tema del rapporto delle isole con i territori prospicienti per creare bacini integrati di crescita economica e sociale, in grado persino di portare un contributo rilevante al riscatto del Sud e della Sicilia. E sulla base di questa idea si sta discutendo dell’ ampiezza del bacino coinvolgendo tutte le Amministrazioni comunali che vanno da Villafranca a Tusa passando per i Peloritani ed i Nebrodi e degli strumenti di pianificazione relativi.

Ho riproposto quest’ idea di sviluppo nei mesi in corso, durante i moltissimi incontri avuti a livello nazionale ed internazionale. Dal Congresso della Lega Pesca regionale tenutosi ad Acireale il 12 febbraio, alla BIT di Milano del 25-26 febbraio, al Convegno presso il Senato promosso dal Copit e dall’Ancim il 16 marzo per presentare la legge sulle isole minori, a Torremolinos in Spagna a fine marzo alla Conferenza EISCO 2000, al Seminario Internazionale del Turismo sostenibile nelle isole minori che si è tenuto a Capri il 18 maggio; ai due convegni di Palermo del 30 maggio e del 5 giugno organizzati rispettivamente dalla UIL e dalla Fondazione del Banco di Sicilia, il primo sul “Bilancio della programmazione negoziata per lo sviluppo del Mezzogiorno” ed il secondo su “Le isole e la rete”; infine il 5 luglio a Marsiglia all’Assises de la Mediterranèe in occasione della nascita ufficiale di Isolamed, la nuova associazione fra le isole del Mediterraneo promossa nell’ambito dell’Accademia del Mediterraneo di cui capofila è il Comune di Lipari.

5.  L’impegno nella programmazione e nella progettualità

Se questa idea di sviluppo non voleva rimanere pura aspettativa, doveva tradursi in un programma di azioni corredato da strumenti e progetti. Doveva farsi cioè programmazione. La programmazione richiesta dalle leggi come il Piano Regolatore Generale, il Piano Regolatore dei Porti, il Piano Territoriale Paesistico e la programmazione delle iniziative sul territorio per qualificare il nostro turismo con l’incarico per i progetti e  l’individuazione delle fonti di finanziamento. In entrambe le direzioni l’Amministrazione si è mossa con grande determinazione fin dall’inizio del suo mandato ed ha continuato a muoversi anche in questo semestre nel quale si sono compiuti alcuni significativi passi in avanti.

Nella relazione dello scorso semestre avevamo detto della portualità e come essa rappresentasse una spina nel fianco ed invece proprio qui emergono le più significative novità. Finalmente nel mese di aprile l’ ing. Giuseppe Rodriquez presenta al Consiglio Comunale lo studio di fattibilità dei porti delle Eolie commissionatogli nell’ autunno del 1998 dal Presidente della Regione. Il Consiglio ne discute in due riunioni ed esprime un parere positivo di massima. Lo studio è inviato alla Regione (Assessorato alla Programmazione, Assessorato al Turismo, Assessorato Territorio ed Ambiente, Genio Civile OOMM) che proprio nel mese di giugno comincia a prenderlo in considerazione indicando una interessante pista di lavoro: i porti di Lipari Pignataro Sottomonastero come i porticcioli delle isole, compreso Ginostra – visto il preminente interesse commerciale e di protezione civile – saranno inseriti nell’Accordo di programma dei trasporti che la Regione si appresta a firmare con il Governo nazionale per ottenere i finanziamenti; Marina Corta sarà finanziato con i fondi strutturali del programma turismo. Lo studio di Rodriquez (insieme agli studi effettuati dal prof. Mallandrino incaricato del Piano regolatore) sarà utilizzato dal Genio Civile OOMM per redigere – in tempi rapidi – il Piano regolatore dei porti.

Novità anche sul fronte del Piano Paesistico. Dopo le numerose sollecitazioni dell’Amministrazione ed anche una diffida legale finalmente, ci viene annunciato che lo studio delle osservazioni e dei ricorsi, presentati due anni fa, può dirsi ormai concluso e nell’arco di due o tre mesi ci sarà il decreto definitivo. Inoltre, durante un incontro in Prefettura il 20 giugno con i progettisti dei patti, l’Assessorato Regionale ai BBCC si dichiara disponibile a verificare la possibilità – sempre nell’ambito del ricorso del Consiglio Comunale di fine dicembre 1997 – di aggiustamenti per consentire, ove possibile, la realizzazione dei progetti contenuti nei Patti.

Meno chiaro il tracciato per portare a conclusione in Piano Regolatore generale. Come si sa l’Amministrazione è commissariata da un anno e mezzo ma il Piano non ha fatto un solo passo in avanti. Lo studio agroforestale non è stato ancora consegnato in attesa della leggina sulla macchia mediterranea prima, poi del regolamento attuativo. In un incontro con l’Assessore regionale al Territorio e Ambiente avvenuto a metà giugno, proprio a fronte di questo stato di inerzia, verificato che i ritardi dell’Amministrazione erano legati a problemi reali non risolti dal Commissario Straordinario, il Sindaco ha chiesto che si restituisse il Piano all’ iniziativa municipale. Si rimane in attesa delle risoluzioni.

Forse più intensa l’iniziativa per la programmazione e promozione delle opere necessarie allo sviluppo. Intendo parlare dei due documenti: “Le Eolie del 2000” ed “Ecosviluppo Eolie” che, nel loro complesso, definiscono un quadro di interventi fondamentali – da finanziarsi con i fondi strutturali 2000-2006  – per garantire alle Eolie uno sviluppo qualificato dall’ industria naturalistica e culturale, ed in grado di operare lungo tutto l’ arco dell’anno. L’ approfondimento dei due documenti ha portato alla elaborazione di un vero e proprio studio di fattibilità per Ecosviluppo e ad un prestudio per “Le Eolie del 2000” che sono stati presentati ed illustrati sia a livello nazionale (Ministero del Bilancio, Ministero dell’ Ambiente, Sviluppo Italia) che a livello regionale.

Proprio il 21 giugno il Direttore Generale del Ministero dell’ Ambiente dott. Cosentino ha confermato la volontà di riassumere l’iniziativa per il finanziamento di Ecosviluppo interloquendo direttamente con la Regione, mentre “Eolie 2000” va avanti sia per mezzo del DUPIM, sia col tavolo aperto a livello regionale presso l’ Assessorato alla programmazione per la definizione del POR delle isole, sia con il dibattito sui PIT del nostro comprensorio, sia infine con tutta una serie di incontri con imprenditori e finanziatori interessati allo sviluppo delle Eolie di cui parleremo in seguito. Sia per “Eolie 2000” sia per “Ecosviluppo Eolie” è in fase di definizione un protocollo di intesa con Sviluppo Italia per la loro promozione.

Sempre in giugno è partita la ricerca sul territorio delle Eolie della ACTA, Associazione Cultura Turismo Ambientale, che ha esperienza di livello internazionale nel campo della predisposizione di piani operativi di sviluppo per un turismo compatibile con l’ ambiente, la cultura e l’ economia locale, la quale, su incarico dell’Amministrazione, ha il compito di dare indicazioni per  trasformare “Eolie 2000” in un vero e proprio piano operativo adeguato alle politiche comunitarie.

Ma mentre dei rapporti con gli imprenditori e finanziatori in genere parleremo nel capitolo sulla concertazione, qui subito è necessario – per il rilievo ed il significato del problema –  fare riferimento ad una iniziativa in specie: la realizzazione di una società consortile nella forma della società per azioni con l’EAS e l’ENEL Hydro che potrebbe chiamarsi “Compagnia delle isole”. Questa società infatti, nel progetto di programmazione dello sviluppo, ha un ruolo del tutto particolare, perché mira a due obiettivi essenziali e prioritari: garantire il rifornimento idrico alle Eolie con soluzioni innovative; implementare, nella produzione energetica, l’ utilizzo di energie alternative. Ciò di cui si parla – oltre alla riqualificazione della rete idrica e della rete elettrica (con la verifica della possibilità di coinvolgere la SEL e l’ ENEL Distribuzione) ed alla gestione dell’ attuale dissalatore (e qui l’ interesse della Di Vincenzo spa) – è della creazione di un nuovo dissalatore per Lipari e Vulcano ( presto collegati da una condotta sottomarina) che porti la produzione giornaliera di acqua dagli attuali 4.200 mc giornalieri (quando si opera con tre moduli) ad almeno 10 mila mc giornalieri. Bisognerà verificare la possibilità di collegare alla costruzione del nuovo dissalatore anche lo spostamento della centrale elettrica e di creare un procedimento unico di produzione di energia e produzione di acqua utilizzando, in misura almeno parziale, energie alternative. Quali? Nell’ incontro con l’Enel Hydro di fine giugno è emerso che difficilmente si potrà fare ricorso – stando almeno alle ricerche esistenti – alla energia geotermica. Le piste da approfondire (anche verificando le compatibilità con il PTP ) sono quelle dell’ energia ricavabile dai rifiuti e dell’ energia eolica. A fianco a questo progetto pilota un altro se ne dovrebbe studiare per sperimentare la produzione di acqua dissalata in un’ isola facendo ricorso interamente (?) ad energie alternative.

Come si può vedere, siamo di fronte ad una grande iniziativa progettuale che l’Amministrazione ha ricercato negli anni scorsi e che ora si corona con il coinvolgimento dell’ ENEL. Si tratta ad un tempo di una iniziativa di rilievo ambientale e di sviluppo a cui devono aggiungersi progetti specifici riferiti agli enti pubblici per lo sfruttamento dell’energia solare, inserendo le Eolie nel programma dei 10 mila tetti d’Italia.

Per il momento, è stato deciso di stralciare da questo progetto comune il  completamento della rete fognaria e della depurazione delle acque reflue per poterle impiegare in agricoltura. In questo campo il Comune ha già pubblicato un bando per la raccolta di idee progettuali e spera di avere nell’ arco di due mesi studi di fattibilità alla luce dei quali chiedere la modifica del PARF (programma regionale delle reti fognarie) ed inserire quindi le opere direttamente nella programmazione regionale nei prossimi mesi.

La traduzione in fatti della programmazione dell’ idea di sviluppo che ha guidato questa Amministrazione ha visto anche negli ultimi mesi la produzione di alcuni fatti concreti:

–        l’ apertura del palazzo dei Congressi che ha dato accoglienza a due congressi medici di grande rinomanza (ortopedici e urologi), dimostrando come il nostro turismo può compiere un significativo salto in avanti sia sul piano quantitativo sia su quello qualitativo, se si valorizza bene questa struttura;

–        la messa in gara del parcheggio di via Cappuccini, che permetterà di risolvere il problema delle troppe macchine nella stagione estiva;

–        i grandi passi in avanti compiuti dall’ Auditorium dell’ Immacolata che nella primavera del 2001 dovrebbe finalmente aprire i battenti, permettendo di usufruire nella prossima stagione estiva di un’ altra opera di grande rilievo turistico oltre che culturale;

–        il palasport “Nicola Biviano” giunto ormai in fase conclusiva e che si potrebbe inaugurare già prima di Natale, il quale non solo consentirà ai giovani eoliani di fruire di una struttura a lungo desiderata ma permetterà anche di sperimentare la possibilità di intreccio fra manifestazioni sportive e turismo;

–        ma soprattutto il Centro servizi Turismo che lo strumento cardine per la promozione dei nostri prodotti turistici a livello mondiale. Il CST già in questi mesi – con la presenza alle maggiori borse europee del turismo (Milano, Madrid, Berlino), ma soprattutto con l’apertura del sito internet www.isoleturismo.com e la distribuzione del CD Rom “Eolie Holiday Planner” – ha rappresentato una componente tutt’altro che secondaria del grande balzo compiuto dal nostro turismo in questa primavera.

Tutte strutture essenziali per promuovere e qualificare il turismo il cui rilievo apparirà sempre più chiaro in futuro, quando si riuscirà a dare ad esse una gestione efficace ed efficiente.

6.  L’impegno per la legalità, la solidarietà e l’equità.

Non si dà sviluppo senza etica, senza cioè una base sostanziale di giustizia sociale, solidarietà, equità, legalità. È questa la grande lezione che ho appreso nella mia lunga militanza nelle ACLI e che ho cercato di tradurre anche nei fatti della mia Amministrazione. Questo ha voluto dire  l’ assunzione di alcune coordinate nella gestione quotidiana come il rispetto della legge a prescindere dalla distinzione amici-nemici, l’ esigenza di dare sempre una risposta ai cittadini nella giungla delle leggi e nella controversia dei pareri anche affrontando il rischio dell’ “abuso di ufficio”, il combattere la logica di trasformare i diritti in favori, ecc… Anche la forte attenzione di questi anni – purtroppo senza grandi risultati – in relazione alla promozione dell’ edilizia scolastica nelle isole, va in questa direzione.

Ma i due grossi temi su cui l’amministrazione ha puntato per dare concretezza amministrativa al tema della legalità e della equità sono stati la conclusione della sanatoria edilizia e la lotta all’ evasione fiscale.

Due problemi per la soluzione dei quali si sono cercate anche strade amministrative coraggiose, che purtroppo non solo non hanno dato i risultati sperati, non solo risultano a tutt’ oggi ancora aperti, ma anzi hanno finito spesso con il creare nuovi problemi ai cittadini trasformandosi in un “boomerang” per l’ amministrazione.

In questi anni, nelle relazioni semestrali, siamo tornati a più riprese su di essi (per la sanatoria edilizia si veda in particolare  l’allegato n. 7 nella documentazione dell’ultima relazione semestrale “Nel terzo millennio verso l’isola sconosciuta”, per la vicenda dei tributi e la querelle sugli accertamenti dell’ ATOS si rimanda alla risposta all’interrogazione del Consigliere Longo del 21 ottobre 1999 che pubblichiamo nella II appendice di questa relazione) e quindi non  è qui il caso di rifarne la storia. Basti dire che l’ incarico esterno a tre tecnici per la sanatoria edilizia aveva l’ obiettivo di concludere rapidamente un procedimento che si era già trascinata lungamente e che lasciava i cittadini nell’ incertezza sulla sanabilità o meno dell’ immobile realizzato abusivamente. Mentre l’accertamento affidato alla ATOS aveva lo scopo di stabilire un principio di equità in una situazione molto confusa dove, ad una prima impressione, l’ evasione e l’ elusione dell’ICI e dalla imposta sui rifiuti solidi urbani (TSRSU) risultava molto alta.

Purtroppo per tutta una serie di ragioni i procedimenti si sono allungati e complicati fino ad entrare, proprio in questo semestre, in una situazione di crisi grave rischiando un intoppo pressoché definitivo.

Per la sanatoria, dopo la mia relazione al Consiglio Comunale del 21.1.2000, concordata con i tecnici incaricati del procedimento, esplodeva la crisi all’interno di questo gruppo, giungevano le dimissioni dell’ing.  Leonardo Russo, si cominciava a capire che la scadenza del 31 marzo per la chiusura del procedimento non sarebbe stata rispettata. Infatti il 31 marzo si era ben lontani dal risultato sperato. L’ Amministrazione denunciava la violazione dell’ accordo per inadempienza della controparte ed avviava il procedimento di rescissione. Si creavano anche momenti di tensione molto forte fra i tecnici incaricati e l’ Amministrazione, si rischiava di portare tutto in Tribunale. Una soluzione pericolosa perché il pericolo è quello di bloccare il procedimento per diverso tempo rinviando sine die le attese della gente. Siccome la discussione riguardava l’ effettivo lavoro eseguito, se ci si fosse affidati alla Magistratura civile per dirimere la querelle, un sequestro conservativo delle pratiche finiva con l’essere molto probabile. Da qui la faticosa ricerca di un componimento bonario che sembra conclusosi con i due tecnici non dimissionari (arch. Bruno e Arch. Genovese). L’ Amministrazione a questo punto dispone di circa 300 milioni per condurre a completamento il lavoro. Le strade che si aprono sono diverse: una  trattativa privata per affidare sempre a tecnici esterni la conclusione del procedimento definendo tempi rapidi e certi (che comunque si devono preventivare in almeno un altro anno); l’ affidamento del lavoro di completamento ai tecnici interni che non hanno avuto parte nei procedimenti di sanatoria con il compito di effettuarlo fuori dall’ orario di lavoro; oppure ancora una soluzione mista.

Il fatto è che bisogna evitare che vada disperso il grande lavoro compiuto e che non si frappongano ulteriori indugi per la chiusura e soluzione del problema.

Forse ancora più complicata la situazione degli accertamenti dei tributi. Anche qui il lavoro di base sembra completato e gran parte anche delle situazioni dei singoli contribuenti sono state concordate. Dove sta allora il nodo? Innanzitutto nella precaria situazione della ATOS che dopo la morte del suo titolare ha subito forti traversie finanziarie e non è più in grado di anticipare tutti i costi dell’ operazione. Da qui la richiesta al Comune di liquidare le proprie spettanze. Richiesta giusta e corretta, ma che cozza col fatto che l’ Atos fa riferimento alle situazioni  accertate e concordate con i cittadini che pare siano giunte ultimamente ad oltre 3 miliardi di somme dovute, mentre il Comune fa riferimento alle somme incassate che sono di gran lunga inferiori. L’ Atos ribatte che è colpa degli uffici il non avere portato a termine l’ emissione dei ruoli nei confronti dei contribuenti che avrebbero reso cogente il debito accertato. Gli uffici controribattono che questa operazione non è così semplice perché i dati forniti dalla Atos non sono immediatamente traducibili in cartelle esattoriali, ma richiedono un ulteriore accertamento che vuol dire tempo ed appesantimento del lavoro. Intanto l’ Atos ha chiuso i suoi uffici di Lipari e di fatto ha bloccato la verifica degli ultimi accertamenti dell’ ICI mentre è rimasto tutto in sospeso il lavoro relativo alla TSRSU.

Anche qui, malgrado le difficoltà bisogna trovare una soluzione concordata. Qualsiasi procedimento giudiziario per stabilire le ragioni si tradurrebbe in un danno grave per il Comune e per i cittadini onesti che pagano le tasse regolarmente.

Ma anche con la certezza che i due procedimenti riprenderanno il loro cammino per giungere in tempi più o meno rapidi alla conclusione, rimane il fatto che essi hanno comunque pesato in maniera negativa su una amministrazione che voleva coniugare legalità ed equità con efficienza ed efficacia.

7. La concertazione fra azione amministrativa ed imprenditoria privata

Quando più di sei anni fa mi convinsi a correre questa avventura di impegnarmi nello sviluppo delle nostre isole, le coordinate strategiche su cui mi muovevo erano quelle di un rapporto preferenziale fra le autonomie locali e le autonomie sociali (associazioni, cooperative, ecc.). Certo giudicavo importante l’ apporto degli imprenditori privati ma inquadrato in una programmazione gestita autonomamente dalla pubblica amministrazione. Il tema dello sviluppo locale, in quegli anni, cominciava a porre il tema della concertazione fra soggetti pubblici, privati e di privato-sociale, ma non esistevano ancora percorsi amministrativi e formule giuridiche in cui potesse inquadrarsi. Poi sono giunti i Patti territoriali. Di Patti territoriali si comincia a parlare in Italia soprattutto nel 1995 ed immediatamente avverto l’importanza di questa formula. La promozione dei territori attraverso la programmazione dal basso ha finalmente con essi un punto di riferimento. Dopo il Referendum del 1996, questa esperienza può partire anche a Lipari.

Il protocollo di intesa del Patto Territoriale delle Eolie porta la data del 3 gennaio 1997. Esso si chiuderà solo il 10 marzo del 2000 giusto in tempo per entrare nell’ ultima scadenza posta dal Ministero del Bilancio. Si è perso più di un anno per cercare di coinvolgere il Comune di Milazzo in questa iniziativa (su consiglio del CNEL, purtroppo allora senza risultato). Ma il Patto territoriale delle Eolie è stato solo il punto di partenza di una scelta strategica: quella di fare assumere al Comune il ruolo di coordinatore propulsivo del processo di sviluppo, funzione certo meno eclatante di quella tutta teorica e forse velleitaria che lo voleva centro programmatore. Scelta strategica che è divenuta uno dei punti essenziali del progetto. La nostra proposta municipale è così cresciuta col dibattito che si è sviluppato nel Paese ed al livello comunitario proprio sugli strumenti della programmazione concertata e negoziata.

Mentre si lavorava al Patto territoriale, superando mille difficoltà dovute alla mancanza dello strumento urbanistico e ad un Piano territoriale paesistico che non si è ancora misurato con le osservazioni ed i ricorsi presentati dal Comune e dai privati, si tentava di realizzare un PRUSST (Programma di recupero urbano e di sviluppo territoriale) del Comune di Lipari con l’ obiettivo di recuperare e riqualificare tutta l’ area che da Lipari va ad Acquacalda, dove sono presenti impianti industriali come quelli della pomice e della SEL. Purtroppo, sebbene si sia discusso molto, l’ idea di un PRUSST delle Eolie non ha avuto seguito anche perché – ma non è stata l’unica ragione del suo abbandono – rischiava di essere territorialmente troppo limitato rispetto alle dimensioni ritenute significative. Si sosteneva inoltre che della Sicilia sarebbero stati finanziati solo due PRUSST e già solo nella provincia di Messina ve ne erano due o tre che raggruppavano parecchi Comuni ed aree di grande rilevanza. Così il Comune di Lipari decise di aderire al PRUSST della Val Demone con alcuni progetti privati ed alcune ipotesi di opere pubbliche.

Tramontata l’ ipotesi di PRUSST del Comune di Lipari, si continuò a lavorare su diversi strumenti della programmazione concertata e negoziata: si elaborò il progetto “Le Eolie del 2000” che fu presentato alla Provincia ed alla Regione per essere inserito nei finanziamenti dei Fondi strutturali comunitari, si promosse il Consorzio Ecosviluppo Eolie assieme ai Comuni di Salina per definire un progetto di valorizzazione delle risorse naturalistiche e culturali da presentare innanzitutto al Ministero dell’ Ambiente sempre nell’ ambito dei finanziamenti comunitari.

Di grande rilievo l’iniziativa a livello nazionale con l’ ANCIM per definire il Documento Unitario di Programmazione delle Isole Minori (DUPIM) sostenuto da un Accordo di Programma con i Ministeri e le Regioni interessate, che è sfociata nel finanziamento previsto nella delibera CIPE del 15 febbraio 2000 e nel successivo “avviso pubblico per i progetti proposti dai privati” che scade il 15 luglio.

Ancora in questa linea l’ iniziativa portata aventi con Lega Pesca e diverse cooperative di pescatori eoliani per dare vita ad un Contratto di Programma per la pesca caratterizzato dall’ ittiturismo che ha dato vita poi al Patto territoriale Eolie dell’ agricoltura e della pesca scaduto il 15 maggio scorso. Patto che ha superato la verifica bancaria, ed il cui finanziamento è stato garantito dalla delibera n.189 dell’ 11 luglio scorso della giunta regionale siciliana.

Infine i rapporti con i Sindaci della costa tirrenica e con quelli dei Nebrodi e dei Peloritani per porre le basi per la realizzazione dei Piani Integrati territoriali (PIT).

Questo intenso lavoro che ha avuto proprio in questo ultimo semestre il suo momento nodale (presentazione del patto territoriale delle Eolie, presentazione del patto territoriale dell’ agricoltura e della pesca, avvio del DUPIM) ha mobilitato energie economiche private, aprendo e sollecitando investimenti soprattutto locali verso scenari nuovi e di carattere più imprenditivo, che non fossero il tradizionale acquisto della seconda, terza o quarta casa. Scenari che sono diventati l’albergo, l’agriturismo, i servizi per il turismo. Più recentemente – soprattutto col DUPIM – si è ancora alzato il tiro e si posto l’obiettivo di realizzare opere pubbliche (quelle naturalmente che consentono una tariffa) con il finanziamento parziale o totale dei privati.

Ma è anche vero che questa politica dell’ intervento dei privati nella concertazione ha posto problemi e preoccupazioni diverse, che richiedono più considerazione di quante ne abbiano avuto finora. Si pensi ad esempio al rapporto fra le iniziative proposte nei Patti ed il fatto che Lipari non abbia ancora un Piano regolatore generale e quindi la preoccupazione che queste iniziative stravolgano non solo un procedimento già in itinere ma addirittura lo stesso territorio. Si pensi alle opposte preoccupazioni fra chi ritiene che la nostra carenza di ricettività alberghiera possa essere una remora grave all’ ulteriore sviluppo delle Eolie, e chi teme invece che la nuova imprenditoria ricettiva possa rimanere frustrata da un turismo di cui non si comprendono ancora le linee ed i tempi di sviluppo. Si pensi alle preoccupazioni per l’ ingresso nell’ economia locale dei finanziatori ed imprenditori esterni. Si pensi alle difficoltà a distinguere fra il rilievo privatistico delle iniziative che vengono realizzate e quello sociale e comunitario.

Anzi proprio a questo proposito il progetto ha fatto segnare i suoi intoppi maggiori. La grande preoccupazione che “siano sempre i soliti a decidere ed a beneficiare dei finanziamenti” ha finito con l’ avere prevalenza su altre riflessioni. Sulla riflessione che la programmazione negoziata non può che avvenire con chi ha le risorse da investire (nel breve e medio termine si può verificare che ci sia qualche novità, ma è difficile che si verifichino capovolgimenti rivoluzionari), per esempio. E ha fatto dimenticare  la novità – una novità non di poco conto – che prima gli interventi per determinare lo sviluppo avvenivano dietro le quinte. utilizzando e prevaricando sulla funzione politica; oggi invece devono misurarsi alla luce del sole, intorno ad un tavolo di concertazione, dove ogni mossa deve essere chiara e spiegata, e dove la politica svolge il proprio mestiere di mediazione di interessi diversi, tutti resi palesi e trasparenti.

Altrettanto scarsamente approfondito e sviscerato è stato l’ importante tema del rapporto fra investimenti ed imprenditoria, e fra imprenditoria locale ed imprenditoria esterna.

Il fatto che giungano imprenditori esterni è negativo o positivo? È più importante favorire gli imprenditori locali o importare competenze ed esperienze che possano risultare uno stimolo per tutta l’economia? E se è impensabile che per realizzare i grandi progetti di sviluppo dell’ economia eoliana non si faccia ricorso a fonti finanziarie esterne – nazionali ed internazionali – come garantirsi che attraverso questo varco non si riciclino capitali mafiosi?

Sono interrogativi tutti di grande rilievo che pretendevano una grande capacità di discussione e di approfondimento proprio nel momento in cui l’ idea di sviluppo, alla base dei grandi successi elettorali, entrava nella sua fase vera di realizzazione.

Ma proprio qui il movimento “Una speranza per le Eolie” è entrato in crisi ed il gruppo consiliare di maggioranza si è sfaldato. Proprio questo elemento – probabilmente quello decisivo – del grande sogno eoliano è risultato il più incerto, fragile, indeterminato. Un elemento decisivo perché sono convinto che la qualità dello sviluppo eoliano dipende tutto dalla capacità di sapere accettare e ricercare l’ investimento dei privati, dalla capacità di sapere dilatare l’ iniziativa dei privati nei pubblici servizi, dalla capacità di sapere creare un rapporto corretto e funzionale fra iniziativa dei privati e ruolo della pubblica amministrazione.

8. Cosa non funziona nella macchina municipale

Rivendicare un ruolo più significativo e maturo dell’ iniziativa privata non significava e non significa – nel progetto di questa Amministrazione – affidare una funzione secondaria alla macchina amministrativa. Tutt’ altro. Significava anzi rendere questa più efficiente ed efficace, tale da creare come una sorta di franca competitività fra l’ azione dell’ apparato municipale e l’ iniziativa dei privati. In tal senso lungo questi anni si è lavorato a ridefinire e adeguare la macchina amministrativa, si sono aperti e potenziati alcuni uffici strategici, si sono fatti passi significativi nell’ utilizzo delle nuove tecnologie, si è investito in formazione dei dipendenti.

Ancora in questi ultimi mesi si è elaborato il progetto della rete civica delle Eolie presentata nel Patto territoriale Isole Eolie, si è potenziato l’ ufficio “Relazioni col pubblico”, si è completato il PASS per funzionari delle isole denominato Europelago.

Ma proprio in questi sei mesi sono emersi, spesso in maniera pesante, alcuni nodi di rilievo che rischiano di vanificare gli sforzi di promozione e riqualificazione compiuti negli anni per la macchina comunale.

Il primo nodo è rappresentato dalle difficoltà a rendere funzionali i presidî nelle isole. Il progetto voleva che le isole minori del nostro arcipelago godessero della stessa attenzione dell’ isola maggiore; a tal fine la pianta organica ha istituito i presidî – una piccola dotazione organica che permettesse una sorta di autogoverno delle circoscrizioni insulari – e appena possibile sono stati banditi i concorsi. In realtà però queste strutture non sono mai andate a regime, per vari motivi, a cominciare dal fatto che i funzionari destinati alle isole – essendo di provenienza esterna all’ arcipelago – vi rimangono solo poco tempo e appena trovano un’ altra prospettiva le abbandonano, lasciando spesso il posto ipotecato per diversi mesi. Oltre a ciò si è finito con l’ instaurare una sorta di principio di rotazione in base alla gerarchia fra le varie sedi rappresentata dalla maggiore o minore prossimità a Lipari, o meglio a Milazzo: al primo posto c’è Vulcano ed all’ ultimo Filicudi. Quando si rende vacante una sede più ambita il funzionario chiede il trasferimento e apre così un processo a catena. Il risultato è una estrema continua mobilità dei dipendenti, con periodi di “vacanza” e l’ impossibilità di programmare una iniziativa nel tempo. Ancora, risultando il lavoro nelle isole molto ridotto, soprattutto d’inverno, i funzionari vengono impegnati per gran parte della settimana nella sede municipale di Lipari magari a svolgere lavori che riguardano le isole. Infine, la separazione dei ruoli fra organi politici e funzione amministrativa fa sì che i funzionari rispondano burocraticamente ai dirigenti municipali e non agli organi di circoscrizione. Il combinato disposto di tutte queste complicazioni, forse con l’ unica eccezione di Vulcano, fanno sì che i presidî delle isole minori siano sempre incompleti e qualche volta addirittura scoperti, con gravi frustrazioni degli organi circoscrizionali ed una conflittualità latente fra Circoscrizioni e dirigenti municipali che logora la macchina amministrativa.

Un altro nodo difficile – giunto a supporazione in questo semestre – è quello dell’ Ufficio Tributi. Incomprensioni e difficoltà di rapporti dei funzionari con la società Atos incaricata di accertare le posizioni fiscali degli Eoliani, conflitti più o meno latenti fra gli stessi funzionari dell’ Ufficio, situazione tesa fra il capo Ufficio e l’ Assessore alle finanze proprio per divergenze sulla conduzione del Servizio, tutto ciò ha contribuito non poco a complicare ed allungare i tempi degli accertamenti e comunque a creare un senso di incertezza generale su un’ operazione che – come si è detto – per l’ Amministrazione aveva un importante significato strategico. Alla fine si è deciso di spostare il funzionario responsabile ad altro incarico e di nominare un nuovo  capo servizio. Le settimane ed i mesi che verranno ci diranno se la soluzione ha ridato operatività ad un ufficio così delicato ed ha ricreato serenità fra i dipendenti.

Le due accennate sono certo le situazioni più difficili, ma problemi si sono evidenziati un po’ in tutto l’ apparato. Vi è una cattiva ripartizione dei lavori fra gli uffici demografici, che porta ad un sovraccarico sui funzionari dell’ anagrafe ovvero lo sportello più a diretto contatto col pubblico; non è ancora andato a regime un rapporto funzionale fra l’ ufficio tecnico e l’ Eolie servizi spa in particolare nel settore idrico ed in quello delle manutenzioni; l’ Associazione dei Geometri (AGE) si lamenta per tutta una serie di problemi riguardanti l’ urbanistica, a cominciare dai tempi che impiegano le  pratiche edilizie ad essere esitate; la Commissione edilizia forse è troppo pletorica e comunque lavora a rilento non riuscendo a smaltire in tempi funzionali il lavoro; la Polizia Municipale soffre del fatto che si trova priva di figure intermedie perché, per tutta una serie di ragioni, si sono protratti i tempi dell’ indizione del concorso interno per la scelta dei marescialli. Bisogna però anche dire che – rispetto al passato – alcuni uffici hanno trovato un trend normale e risultano oggi molto funzionali: così l’ ufficio protocollo, l’ ufficio gabinetto e la segreteria del Sindaco, l’ ufficio servizi sociali, l’ ufficio pubblica istruzione, l’ ufficio ragioneria…

Bisogna evitare di fare di tutt’ erba un fascio. Spesso di fronte alle mille difficoltà che si presentano durante la giornata finisce col predominare il pessimismo. Ma il pessimismo non aiuta. Indubbiamente l’ applicazione della norma che ha separato le responsabilità politiche da quelle dei funzionari e le nuove responsabilità, che investono i dirigenti ed i responsabili dei servizi in ordine ai procedimenti, hanno creato  incertezze e qualche disfunzione. Vi è anche il rischio che il ruolo autonomo dei  dirigenti finisca col produrre scoordinamento  nell’ apparato burocratico anche  per il diverso significato che ha assunto la figura del Segretario Generale. Questo in particolare in un Comune come il nostro dove, discutendo del Regolamento, il Consiglio Comunale ha rigettato l’ istituzione della figura del Direttore Generale senza spiegare però chi deve garantire l’ unità burocratica della macchina amministrativa.

In realtà, a ben vedere, al di là del problema dei presidî nelle isole, che forse richiedono una riconsiderazione generale ed anche una nuova normativa alla quale si sta comunque lavorando, non credo che esistano problemi tanto gravi nella nostra struttura municipale che non si possano risolvere con qualche messa a punto nella direzione della macchina ed un input maggiore di fiducia ed entusiasmo negli organi politici chiamati ad indirizzarla.

 9. Uno stato di sofferenza che va superato

Il nodo più grosso della macchina municipale eoliana non va quindi individuato nell’apparato municipale ma proprio nella crisi degli organismi politici che va riconosciuta con tutta lealtà senza cercare di mascherarla. Una crisi che investe il Sindaco, la Giunta, il Consiglio Comunale. Di questa crisi, come ho già detto, mi assumo le responsabilità avviando in questa relazione una riflessione. E sarò grato a chiunque – con spirito costruttivo – voglia aiutarmi a chiarire ed approfondire.

Il ritenere – come ho già detto – che la cosa più importante fosse il fare, e buttandomi senza risparmio nel cercare di realizzare un progetto tanto complesso e tanto ambizioso, mi ha portato a dedicare un tempo insufficiente alle relazioni, alla discussione con gli altri, all’ approfondimento, alla verifica dei punti di convergenza e di dissenso. Quel “volere fare di testa mia”, di cui spesso mi si accusa e lo si ritiene una caratteristica del mio modo di governare, può essere stato forse un risultato non voluto e non ricercato legato alla fretta  di realizzare dopo anni di immobilismo e con la preoccupazione che, per le Eolie, si perdesse il treno del nuovo sviluppo e mai – lo dico in piena sincerità – può essere ricondotto ad una gelosa pretesa di gestire in esclusiva le prerogative del potere. Questo, della fretta di realizzare, è stato il mio errore. Ma da qui a dipingermi come una sorta di barbablù della politica eoliana che coarta, esautora, suborna Movimento, gruppo consiliare, singoli consiglieri…

Può essere che qualche volta ho fatto di testa mia, ma anche molte volte sono stato lasciato solo. Può anche darsi che non ho cercato con sufficiente insistenza la collaborazione, ma è anche vero che non ho mai rifiutato quella che mi è stata offerta. E quando due smettono di dialogare è sempre difficile comprendere chi è stato il primo a gettare la spugna.

Ma questa crisi che è soprattutto crisi di dialogo si è tradotta in uno stato di sofferenza dei membri di Giunta ed in sfilacciamento della maggioranza e dei rapporti con diversi consiglieri.

Sento dire molte volte che il problema vero è che non mi so scegliere i collaboratori. Se faccio una ricostruzione storica di come si è formato questo gruppo dirigente scopro che – tolti due o tre casi – l’individuazione è sempre scaturita collegialmente e che io – che ho vissuto tanti anni fuori di Lipari – i miei collaboratori spesso ho imparato a conoscerli e ad apprezzarne doti umane e capacità di lavoro, nell’ esperienza quotidiana.

Non so se essi rappresentano il meglio che la comunità eoliana possa offrire, so che tutti cercano di fare il proprio lavoro con impegno e con passione anche se non possono non risentire – anche loro – delle polemiche e dei travagli di questi ultimi mesi. E comunque nessuno di loro è mai stato abbarbicato ad una poltrona che richiede più sacrifici e fatica di quante soddisfazioni ed onori possa concedere.

Quando in questi mesi si è parlato sui giornali e nei caffè di sostituzioni e addirittura di azzeramento della Giunta nessuno ha alzato scudi difensivi e pressoché tutti invece mi hanno dato la loro piena disponibilità se questo poteva servire a superare lo stato di crisi ed a ricreare il clima di un dialogo proficuo, per portare a compimento nel modo migliore il cammino iniziato.

Grazie a questa disponibilità non mi sono mai sottratto a nessuna verifica cercando anche eventuali sostituzioni se queste servissero a rafforzare politicamente ed operativamente l’ Amministrazione. Ho solo chiesto che non si facessero esecuzioni sommarie e non si pretendesse dimissioni se prima non si individuavano i sostituti.

Individuazione non semplice come ho potuto sperimentare più volte nei mesi scorsi. Si fa presto a criticare un assessore, difficile è trovare qualcuno che voglia dare al suo posto – pressoché gratuitamente – gran parte del proprio tempo. Anche perché, mi si consenta di dirlo almeno una volta, non vedo nella nostra comunità una forte e significativa nuova classe dirigente.

E dico questo senza nessuna iattanza e con grande sofferenza. Ho già detto e non ho paura di ripeterlo, diverse volte in questo ultimo anno ho pensato seriamente di dare le dimissioni da Sindaco e di dedicarmi ad altre cose meno logoranti e defatiganti. Se non l’ ho fatto è soprattutto per un problema di responsabilità. Non vorrei domani avere il rimorso di avere contribuito, per mancanza di coraggio e di capacità di sopportazione, ad una involuzione della realtà amministrativa di questo Comune.

E quando sento parlare in questi mesi di consiglieri – forse anche fra quelli che hanno condiviso con me l’ idea di questa Amministrazione – che vorrebbero darmi la sfiducia, auspico che sappiano bene quello che fanno. Certo non è difficile trovare un motivo per dare la sfiducia al Sindaco (può essere la vicenda dei fanghi, il terreno delle cooperative, il funzionamento della Società mista, quella strada o quella fognatura) dimenticando tutto il resto. Bisogna però augurarsi di trovare dopo qualcuno che più di me e meglio di me amministri queste isole con una iniziativa così ampia come si è fatto in questi anni. Perché se questo non dovesse avvenire, se si dovesse cadere nell’ immobilismo del passato alle prese con gli interessi dei vari padrini, la gente capirà che quello che si è perpetrato non è stato un tradimento verso un Sindaco, ma verso le Eolie.

A volte è proprio questo che penso: che si voglia tornare al passato ripristinando l’immobilismo che forse non è stato il prodotto di incapacità di governare ma una precisa scelta strategica. “Quieta non movere et mota quietanda” dicevano i latini.

Mi auguro invece che si ritrovi la volontà e la forza di andare avanti con chi ha condiviso con me la grande battaglia del 1994 e anche con  chi è giunto dopo a condividere il progetto e le forti ragioni ideali che lo caratterizzano. Andare avanti non solo per concludere questo periodo amministrativo in cui ci sono ancora cose importanti da concretizzare e definire, ma per pensare insieme anche al futuro, al lavoro amministrativo che dovrà guardare oltre il 2002 quando verrà a maturazione il grande lavoro fatto in questi anni circa i fondi strutturali comunitari 2000-2006.

Proprio nel mese di giugno si è riproposto un dibattito con la cittadinanza su alcuni grandi temi come la valorizzazione del Palazzo dei Congressi, le Terme di San Calogero, la realizzazione dell’aviosuperfice, lo studio di fattibilità dei porti delle Eolie, ed ho potuto costatare che c’è una significativa volontà di partecipazione. Sono stati incontri in cui l’ Amministrazione non ha solo detto cosa intende fare ma ha voluto sentire l’opinione dei cittadini.  Questi dibatti riprenderanno a settembre e potranno tenersi non solo a Lipari ma nelle contrade e nelle isole.

Se “Una speranza per le Eolie” è morta non è detto che non possa risorgere un nuovo movimento e se una maggioranza si è sfaldata nulla esclude che possa crearsene una nuova.

Se si vuole veramente il bene delle Eolie, che poi vuol dire il futuro di questa comunità e soprattutto delle sue giovani generazioni, nessuno, nessuno può rifiutarsi al confronto.

10. Le Eolie, una scelta di vita.  

Mi risulta sempre difficile parlare di me. Il pudore ed il riserbo sono sempre state cifre essenziali del mio carattere. Eppure se devo tentare di riaprire il dialogo in modo pieno e trasparente devo per forza dire alcune cose della mia vita e dei miei sentimenti.

Una persona vive in un posto perché vi è costretto o perché non ha altri luoghi dove andare. Io sono tornato alle Eolie per libera scelta. La Provvidenza ha voluto che sperimentassi per parti significative della mia vita, luoghi diversi. Sono nato a Lipari ormai quasi sessant’anni fa; la mia formazione, la mia gioventù, le prime esperienze di lavoro le ho vissute per oltre vent’ anni a Pavia; poi la mia maturità – per altri vent’ anni – a Roma con la responsabilità della dirigenza delle ACLI alle quali devo gran parte delle mie conoscenze e delle mie competenze.

Quando nel 1993 decisi, in piena libertà ed autonomia, forse proprio quando potevo aspirare alla massima responsabilità nelle ACLI, che era giunto il momento di sperimentare invece, in una realtà concreta, le teorie e le ipotesi sullo sviluppo locale che avevo elaborato a livello nazionale, scelsi di tornare alle Eolie e di lavorare per lo sviluppo delle isole, del comprensorio tirrenico, della  Sicilia.

Scelsi a ragion veduta perché avevo potuto osservare i punti di forza ed i punti di debolezza di queste isole per anni ed anni durante le vacanze estive, defilato dalla politica attiva oppure tenendomi ad i margini di essa. E probabilmente sarei rimasto un osservatore esterno se non ci fossero state alcune situazioni che via via, un passo per volta, non mi avessero costretto ad affacciarmi sulla ribalta eoliana.

Innanzitutto gli amici del Centro Studi Eoliano. Non so se ad essi faccia o no piacere ma se io sono diventato Sindaco di Lipari lo devo forse soprattutto al fatto che mi hanno costretto con amicizia, durante le estati, prima a partecipare ad alcuni dibattiti promossi dal Centro, poi ad organizzare alcuni incontri, infine a condividere con loro l’avventura delle elezioni comunali del 16 giugno 1991.

Ed insieme al Centro Studi voglio ricordare Mons. Francesco Micciché oggi Vescovo di Trapani. La sua lettera pastorale “Per amore delle Eolie non tacerò” che porta la data dell’11 luglio 1989 festa di San Bernardino abate, patrono d’Europa, una lettera che allora fece tanto scandalo nell’ambiente politico eoliano e fu giudicata imprudente anche in molti ambienti ecclesiastici, fu  per me decisiva.

Mons. Micciché era il Vescovo che avevo sempre sognato: una fede biblica senza orpelli ideologici, una visione conciliare della Chiesa, una chiara e coraggiosa vocazione sociale. Che questo vescovo fosse anche il Vescovo di Lipari parve a me un segno forte. Mi sentii onorato della sua confidenza e della sua amicizia e quando alla vigilia della Pasqua del 1991 mi invitò ad affiancarmi ad un gruppo di operatori economici che voleva organizzarsi in vista delle amministrative per cercare di portare un cambiamento nella vita politica locale, accettai senza riserve. Accettai anche se questo impegno mal si conciliava con il lavoro nelle ACLI, dove avevo la responsabilità della organizzazione nazionale e dell’ emigrazione italiana nel mondo.

A ben vedere, riconsiderando i fatti a ritroso, fu proprio nella Pasqua del ‘91 che accettando di lasciarmi coinvolgere nella preparazione di una presenza amministrativa a Lipari, io feci una scelta fondamentale di vita. Fra le ACLI e le Eolie, scelsi le Eolie. Fra una esperienza politica nazionale e quella locale scelsi l’ esperienza locale. Di più, io un esponente della sinistra delle ACLI accettavo – per partecipare alla vita amministrativa locale in modo da potervi incidere con una certa efficacia – di candidarmi in una lista della Democrazia Cristiana divenendone poi presidente del gruppo consiliare.

Altri passaggi decisivi su questa strada di reimmersione nelle Eolie sono state la fondazione del mensile “Questeolie” nell’ aprile del 1992, l’accettazione della candidatura nel collegio elettorale Milazzo-Lipari nelle politiche dell’ aprile del 1994 (scartando le offerte di candidature più “interessanti” in altri collegi di altre regioni), l’accettazione della candidatura a Sindaco nel maggio del 1994 dopo avere a lungo meditato e riflettuto (e dopo essermi consultato con molti amici di quell’ area di centro che giudicavo indispensabile per vincere e realizzare una svolta nell’ arcipelago).

Ho voluto ripercorrere questo cammino per ricordare, innanzitutto a me stesso, che ho scelto le Eolie non per stato di necessità ma rinunciando ad alternative che ad altri forse sarebbero apparse più allettanti. Mai però mi sono pentito di questo passo ed anche nei momenti di maggiore difficoltà, in quelli più duri e pesanti, ho sempre sentito che essere Sindaco di Lipari – di queste Eolie che stanno acquisendo un ruolo di grande prestigio nello scenario del Mediterraneo ed internazionale – era un grande onore, un grande privilegio ed al tempo stesso una grande responsabilità.

Le Eolie sono state e sono per me una scelta di vita. Per esse continuerò a battermi non solo in questi  due anni scarsi che mi rimangono come Sindaco ma anche in futuro – qualunque sia il ruolo che svolgerò – fino a quando cioè il Signore mi darà intelligenza e forza. Non ho interessi personali e familiari da curare ed in questi anni di sindacatura mi sono volutamente tenuto lontano anche dalle attività economiche più innocenti perché non ci fosse il minimo rischio di sovrapposizione fra interessi privati ed interessi collettivi. La trasparenza nel mio operato è sempre stata una ricerca costante. Ho cercato di tradurla anche nelle piccole cose ma pure importanti come, per esempio, il rendiconto delle mie missioni fuori sede pubblicato nelle relazioni semestrali di fine anno. È una strada segnata che difficilmente potrà abbandonare chi verrà dopo di me.

La trasparenza è un valore forte della vita amministrativa, è la condizione perché il cittadino stabilisca un rapporto fiducioso con l’ istituzione vincendo ogni diffidenza. Per una amministratore eoliano inoltre la trasparenza acquista un significato del tutto particolare. Esprime una vocazione profonda della sua gente fin dai primi anni della nascita della Chiesa locale. Di San Bartolomeo, una sola cosa ci dice il Vangelo, che era un uomo trasparente, senza falsità. Non sarà certo per caso che i nostri antenati abbiano scelto proprio questo santo come patrono e protettore.

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