Archivi del mese: giugno 2012

L’usucapione di San Calogero, scherzo, provocazione o tentativo di truffa?

La notizia che è stata rivendicata l’usucapione delle Terme di San Calogero, apparsa sulla Gazzetta del Sud di mercoledì 13 giugno, ha dell’incredibile e dell’esilarante al tempo stesso. Non riesco a capire se ci troviamo di fronte ad una provocazione contro il disinteresse che fin’ora ha caratterizzato gli amministratori di fronte a questo bene, oppure di uno scherzo alla Totò o di un tentativo, piuttosto maldestro, di truffa nei confronti del Comune.

Intanto non credo che i terreni relativi a San Calogero siano usucapibili perché, se non vado errato, fanno parte del demanio comunale, inoltre anche se non fossero beni demaniali ma patrimoniali penso che sia per la presenza di edifici di grande pregio archeologico( la stufa micenea e la piscina romana) e di una sorgente termale vadano catalogati come patrimonio indisponibile e non usucapibile.

Inoltre il possesso “ pacifico, pubblico, indisturbato e continuativo per oltre un ventennio” dell’area interessata è solo nella fantasia del sig. Mammana. Non so cosa sia successo dopo il giugno del 2001 ma durante i sette anni della mia amministrazione e cioè dal 1994 al 2001 sicuramente questo signore non ha esercitato nessun possesso e questo lo si può facilmente documentare perché l’area in questione è stato oggetti di numerose ricerche a cominciare dalla Geoterme e dell’Università Federico II di Napoli come sanno tutti coloro che hanno un po’ di conoscenza della storia recente per essersi documentati sui libri del dott. GiuseppeLa Greca e del sottoscritto (soprattutto nelle relazioni semestrali).

Vedi Dossier su S. Calogero

Vedi Sulla storia delle Terme di S. Calogero

Solidarietà del Presidente Unione Giuristi di Trapani a Mons. Micciché

 Trapani 30 maggio 2012

                                                            A  S.E. Mons. Francesco Miccichè

 Eccellenza ,

a nome mio personale e  della sezione trapanese dell’Unione Giuristi Cattolici, nata sotto i suoi magnanimi auspici e che mi onoro di rappresentare, desidero esprimerle il profondo rammarico e la nostra cristiana vicinanza per la triste vicenda che ha colpitola Sua Persona  fino al costringerla ad abbandonare la sede vescovile.

Sia certo che non saranno  ingiuriose propalazioni ed irriguardosi pettegolezzi a macchiare oltre dieci anni di servizio episcopale svolto con limpido attaccamento ai valori della Chiesa , espressione di una fede convinta, perciò   non  apprezzata  in ambienti  ontologicamente ostili alla missione evangelica.

Tengo a dirle che ho condiviso, negli ultimi tempi, il Suo spirito di  sacrificio e, nondimeno, la pubblica difesa, che Lei ha inteso proporre nelle sedi “opportune e meno opportune” , attento a non   divulgare situazioni incresciose  su cui  è giusto non alimentare  la curiosità,  e, tuttavia, animato dall’ urgenza di  partecipare alla  Comunità  la sofferenza del Suo Pastore per  evitare che la trincea, talora ambigua,  del silenzio facesse velo alla denuncia ed all’appello alla verità.

Serberò il ricordo e terrò vivo lo sprone  della Sua paterna sollecitudine ad essere “sale” e “lievito” per questa porzione  di Chiesa locale ,  con l’augurio, per Lei, di ottenere al più presto il riconoscimento pubblico di un operato  improntato alla fedeltà ai principi evangelici ed ispirato  al bene  della Chiesa e della Società. 

                                                                                                             Michele De Maria

 

La controversia sull’entrata della sacrestia della chiesetta del Pozzo

Non vorremmo che nascesse una nuova controversia liparitana dopo quella della vendita dei ceci del vescovo ma la discussione sulla sacrestia della chiesa del Pozzo è partita alla grande. Dare gratuitamente ad un gruppo di ragazzi che cercano di promuovere una piccola attività turistica nei mesi estivi, l’entrata di una sacrestia è cosa lecita o provoca scandalo, disgusto per questo “fatto orribile”? Oppure comunque i luoghi appartenenti alla chiesa visto che sono sottoposti ad un particolare regime fiscale o vanno messi a disposizione di tutti o non devono essere dati a nessuno? La carità e la solidarietà cristiana devono essere applicate con le regole della “par condicio” che dovrebbero essere proprie dell’azione pubblica o hanno una regola a se perché rappresentano gesti profetici? Questi ed altri interrogativi ha scatenato a Lipari la lettera di una signora di Messina Anna Genovese che ha scritto  ai blog eoliani per denunciare quello che lei definisce uno Scempio. Alla signora Genovese ha risposto il parroco che ha in custodia la chiesetta, Mons. Sardella. Poi la discussione è andata avanti. In allegato pubblichiamo le lettere che hanno dato vita a questo animato confronto.

Allegati

Solidarietà a Mons. Micciché da Calatafimi Segesta

Abbiamo ricevuto alcuni fax spediti dal parroco e da fedeli della parrocchia di S. Silvestro Papa di Calatafimi Segesta che pubblichiamo perché testimoniano al di là degli eventi la forza del ministero pastorale del Vescovo.

Il Vescovo Francesco Micciché in questi anni di servizio nella Diocesi di Trapani ha esercitato il Suo Ministero con passione e dedizione, dando alta e chiara testimonianza del Vangelo. Oggi viene colpito ingiustamente da un provvedimento ingiusto che mortifica tutta la Chiesa trapanese, che, sotto la Sua guida sicura, ha svolto un cammino di fede autentico, apprezzato e stimato anche dai non credenti di buona coscienza. Oggi i puri di cuore, i miti, i poveri perdono un amico ed un validissimo sostegno sicuro. Questa decisione giova a qualche potente locale.

Fedeli della Parrocchia di S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta

Il Parroco della Parrocchia “S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta, pur rimanendo saldo nello spirito di obbedienza alla Gerarchia ecclesiastica, esprime stupore per la dolorosa sospensione del Vescovo Francesco Micciché dalle Sue funzioni.  Questi, in quattordici anni di permanenza a Trapani, ha meritato giorno dopo giorno stima, fiducia e gratitudine per l’alto Magistero che ha esercitato e testimoniato incessantemente

Il Parroco della Parrocchia “S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta

Il Gruppo dei Giovani e dei Ministranti della Parrocchia “S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta esprimono dolore, incredulità e sconcerto per l’ingiusta decisione di rimuovere il Vescovo Francesco Micciché, che, in tuttala Sua permanenza in Diocesi di Trapani, si è speso con generosità estrema ed alta competenza per la promozione umana, morale e spirituale della Diocesi

Gruppo dei Giovani e dei Ministranti della Parrocchia “S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta

La decisione della Santa Sede di sospendere il Vescovo Francesco Micciché è così assurda da farci temere che essa sia stata presa con colpevole leggerezza. Le più grandi ingiustizie sono quasi sempre avvenute per la trascuratezza dei buoni più che per la malvagità dei tristi. Oggi si sacrifica un Vescovo galantuomo per compiacere un improbabile sacerdote

Fedeli della Parrocchia di S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta

Se il Vescovo Francesco Micciché, pro bono pacis o per altri interessi, avesse finto di non sapere quel che un sacerdote infedele ordiva in alcuni centri della Diocesi, forse non avrebbe meritato questo ingiurioso provvedimento. Perché la Chiesaè così poco trasparente?

Fedeli della Parrocchia di S. Silvestro Papa” di Calatafimi Segesta