La portualità della rada di Lipari

 Fra i grandi problemi irrisolti. in cui l’Amministrazione comunale di Lipari ha svolto un ruolo mistificante, vi è quello dei porti. Noi sosteniamo che è urgente realizzare una diga foranea di almeno200 metriche permetta a navi ed aliscafi di attraccare in sicurezza. Una diga posizionata dove ora c’è l’attracco degli aliscafi perché il prolungamento di Punta Scaliddi sembra impraticabile per via delle notevoli profondità.

E’ bene però che si sappia perché ci troviamo ad un punto morto col rischio che il Comune debba pagare fior di milioni di euro senza avere il porto. A questo fine pubblichiamo una serie di schede.

Prima scheda. Le irregolarità e le perplessità nei procedimenti che hanno portato alla Società mista Porto di Lipari.

Simulazione del progetto relativo a Sottomonastero- Marina Lunga.

Il problema di una portualità che consenta alle navi ed agli aliscafi di attraccare in sicurezza ed offra l’opportunità di sviluppare un turismo nautico capace di integrarsi armoniosamente con in un modello di sviluppo delle nostre isole fondato soprattutto sul  turismo culturale e naturalistico, è stata da almeno cinquant’anni una aspirazione forte degli eoliani e con questa prospettiva si sono misurate tutte le Amministrazioni comunali che si sono succedute in questi decenni. Anchela mia Amministrazioneaveva messo al centro il problema dei porti tanto è vero che:

–         il finanziamento di 50 miliardi di lire per la messa in sicurezza che ora finalmente il Sindaco vuole spendere, nasce durantela mia Amministrazionedietro un impegno forte dell’ANCIM Sicilia;

–         lo studio di fattibilità che è stato presentato dall’ing. Rodriquez e che è alla base dell’operazione promossa da Condotte d’acqua somiglia molto a quello nato durantela mia Amministrazionesu incarico della Presidenza della Regione e che il Consiglio Comunale approvò per permetterci di concorrere ai finanziamenti comunitari e che comunque permise di ottenere i fondi per la messa in sicurezza;

–         l’incarico al prof. Malandrino per il piano regolatore dei porti fu dato dalla mia Amministrazione.

Quindi non è lecito a nessuno speculare sostenendo che ci sarebbero forze che vogliono i porti di Lipari e forze che vi si oppongono. Il problema non è volere o no i porti ma come volerli e con che garanzie per gli eoliani e l’economia che si è in questi anni sviluppata nelle nostre isole.

Ed a questo proposito sono almeno quattro i problemi sul tappeto in ordine ai quali vogliamo garanzie:

a. il primo problema è quello della pubblicità e della trasparenza previste dalle legge per tutelare i cittadini in ordine alle scelte delle amministrazioni. Non si tratta di fatti formali e burocratici ma bensì della sostanza della democrazia. Il violare questi principi crea gravi problemi di legittimità degli atti non sanabili e mette quindi gli atti successivi che si compiono alla mercé di chi abbia interesse ad impugnarli;

b. il secondo problema è quello della armonizzazione fra quanto prevede il nuovo progetto e gli interessi consolidati della comunità in generale e di alcune categorie in particolare;

c. il terzo problema riguarda le opere da realizzare – funzionali al nostro sviluppo – ed il loro impatto ambientale e quindi alla coerenza con lo sviluppo ecosostenibile del nostro territorio;

d. infine,la forma di gestione – pubblica, privata o mista – per le diverse opere che vanno realizzate sul territorio.

Io mi occuperò in queste note del primo punto soprattutto ed un po’ anche del secondo. Sugli altri torneremo con altre note.

Il meno che si può dire di questo progetto promosso dal Sindaco Mariano Bruno è che non abbia rispettato assolutamente i canoni della trasparenza.

Vorrei che si prestaste attenzione ad alcune date perché sono importanti.

La Giunta Comunaleapprova il 9 maggio 2006 lo schema di programma triennale delle opere pubbliche che viene affisso all’albo pretorio, come vuole la legge, per 60 giorni e cioè fino all’11 luglio. L’8 agostola Società ItalianaCondotted’acqua spa presenta una proposta ed uno studio di fattibilità per la “rifunzionalizzazione del sistema portuale con finalità commerciale, croceristica e diportistica di Marina Corta, Sottomonastero, Marina Lunga e Pignataro nella rada dell’isola di Lipari”.

Norma e correttezza avrebbero voluto che il Sindaco convocassela Giuntae proponesse una delibera di aggiornamento ed integrazione al Programma triennale delle OOPP visto che non si tratta di opera secondaria ma è di gran lunga l’opera più importante fra quelle elencate nel programma. Più importante per impegno economico ma anche per significato sociale e politico.

L’integrazione avrebbe richiesto la sua affissione all’albo pretorio per 60 giorni a norma dell’art. 14 comma 2 della legge 109 del 1994 e l’approvazione dell’integrazione in una successiva seduta del Consiglio Comunale intorno alla metà di ottobre allegando allo studio di fattibilità le apposite schede e tabelle previste dal decreto 22 giugno 2004 del Ministero delle infrastrutture riguardanti le risorse che si intendono impegnare soprattutto se si intende operare con finanza di progetto.

Invece niente di questo succede e si giunge al 14 settembre quando il Consiglio è convocato per approvare il Programma triennale delle opere pubbliche. Niente l’ordine del giorno dice della proposta di Condotte d’acqua. I Consiglieri ne hanno avvertenza? Io comprendo che diversi consiglieri di maggioranza hanno problemi a riconoscere che sono stati disattenti. Il fatto è però che il Programma triennale è un impegno amministrativo rituale che si ripropone tutti gli anni insieme al Bilancio di previsione. Raramente richiama l’attenzione dei Consiglieri perché spesso è una ripetizione di quello dell’anno precedente e lo si da per letto a meno che qualcuno svegli l’interesse su eventuali novità. Se si legge il resoconto verbale contenuto nella delibera n.59 del Consiglio, non sembra che qualcuno, Sindaco o Assessore, abbia richiamato l’attenzione dei Consiglieri sulla proposta di Condotte d’acqua di realizzare una rifunzionalizzane dei porti della rada di Lipari, non solo, ma anche di costituire una società mista a maggioranza privata ( con almeno il 20% di capitale pubblico).  Infatti i consiglieri parlano dell’aviosuperfice, dell’elipista, di un piano dei parcheggi, persino dei ticket che con il Programma delle OOPP non c’entra niente.

Alla fine il Consiglio Comunale approva la proposta di deliberazione relativa a “Approvazione Programma Triennale delle Opere pubbliche 2006-2008 ed elenco annuale dei lavori anno2006”che, si legge, “in allegato alla presente ne costituisce parte integrante e sostanziale”:

Delibera CC n. 59 2006

La sottigliezza è che non si approva il Programma triennale  ma la proposta di deliberazione relativa. E dentro questa proposta di deliberazione oltre a richiedere di approvare il programma triennale si richiede anche:

–         di dichiarare di pubblico interesse la proposta e lo studio dei fattibilità della rifunzionalizzazione della rada di Lipari inserendola nel programma triennale,

–         deliberare quale modello attuativo per la realizzazione delle infrastrutture presenti nella proposta e per la gestione dei servizi necessari la costituzione di una società mista pubblico-privata a maggioranza privata;

–         determinazione in una percentuale non inferiore al 20% del capitale sociale della costituenda società la quota di partecipazione pubblica da sottoscrivere mediante conferimento dei beni immobili di proprietà comunale, da individuare, con successivo provvedimento, dopo la selezione pubblica per la scelta dei partners.

Solo “en passant” vogliamo sottolineare questa particolarità che per realizzare una intrapresa si destinano risorse di cui si rimanda l’individuazione. Infine, sempre in ordine alla delibera, esprimiamo perplessità per i pareri espressi in particolare dal responsabile della ragioneria e dal segretario generale giacché – in termini generali e generici – sia da parere favorevole per le opere che hanno copertura finanziaria e sfavorevole per le opere che non la hanno: dovrebbero essere i Consiglieri Comunali a fare una specifica ricerca in proposito? Quanto poi “all’opera nuova inserita” ( probabilmente la “rifunzionalizzazione dei porti” ?), il ragioniere generale si astiene dall’esprimere parere giacché “il settore competente non richiede copertura finanziaria a carico del bilancio comunale” . Il che non è vero perché quanto meno sarebbe stato opportuno conoscere se esistono nel patrimonio del Comune beni liquidabili per 200 mila euro (il 20% del capitale sociale).

Il 20 ottobre 2006 il Dirigente del settore LLPP emette la determina n. 200 con la quale indice la gara per la selezione del socio privato di maggioranza per la società mista che deve realizzare e gestire i porti della rada di Lipari. In questa determina il dirigente comunica che per avviare questo precedente deve approvare, come approva, il bando di gara per la selezione del socio di maggioranza privato, il disciplinare di gara, lo schema di atto costitutivo, lo schema di statuto, lo schema di accordo di collaborazione, il modello di istanza di partecipazione offerente, lo schema di lettera di invito. Il tutto senza passare dalla Giunta e senza avere avuto, visto che non lo cita, alcun input da parte del Sindaco. Il bando di gara di appalto ed il Disciplinare di Gara per la selezione dei soci privati prevedono altre notizie aggiuntive che non erano contenute nella delibera di Consiglio come:

– il capitale sociale iniziale è di € 1.000.000,00 diviso in 10 mila azioni di € 100,00 cadauna;

– la quota di capitale pubblico che era stata prevista per almeno il 20% è divenuta 30%;

– la società ha per oggetto la realizzazione di infrastrutture e servizi per la costruzione di una rete portuale impiegata nelle aree e negli spazi acquei del demanio comunale e marittimo,

– il socio privato può essere uno ed uno solo perché non sono previste presentazioni di richieste di quote inferiori a 7000 azioni,

– è possibile visionare e richiedere al Comune copia dello studio di fattibilità,dello schema di atto costitutivo, dello schema di statuto della costituenda società, schema di accordo di collaborazione ( art.6, 8 e 9) del Disciplinare di Gara.

In calce al Disciplinare di gara appaiono alcune clausole liberatorie per il Comune di dubbia efficacia perché potrebbero essere giudicate “vessatorie”. Queste clausole  permetterebbero di:

–         non procedere all’aggiudicazione nel caso in cui nessuna delle offerte presentate venga ritenuta idonea;

–         di non procedere alla costituzione della società anche se sia intervenuta in precedenza l’aggiudicazione;

–         si sospendere reindire e/o non aggiudicare la gara motivatamente.

Al di là del fatto  se la società mista sia la forma più opportuna per la gestione di porti o non fosse stato meglio procedere con la finanza di progetto, rimane il fatto che lo schema di atto costitutivo di società per azione prevede  che questa società mista dovrebbe provvedere anche alla commercializzazione di beni mobili ed immobili ed alla realizzazione di strutture turistico alberghiere che sono attività scarsamente consone per un Comune (art.4).

Ora è vero che il Sindaco afferma che la data del 6 dicembre 2006 entro la quale dovranno pervenire le domande di interesse degli aspiranti soci privati non pregiudica niente perché è a partire da questa data, con conclusione al 6 febbraio 2007 che si svilupperà la vera gara con l’invio di lettere di invito e quindi gli schemi di atto costitutivo, di statuto e di accordo di collaborazione ma rimane il fatto che questi schemi – diversamente da quanto il Sindaco ha dichiarato al prof. Tigano chiedendogli un parere – sono stati già prodotti e sono in circolazione. Ma ancora di più, la delibera con lo studio di fattibilità ed il bando con gli allegati (l’art. 8 del disciplinare di gara per la ricerca del socio privato li mette a disposizione di coloro che vogliono proporsi come socio ) danno l’impressione che il Comune di Lipari offra al socio privato la possibilità di realizzare e gestire una opera gigantesca che va da Marina Corta ( raddoppiata rispetto alla struttura attuale), a Pignataro passando per Sottomonastero e Marina Lunga con la realizzazione sulla banchina di almeno tre grandi edifici che oltre ad uffici pubblici contengono ristoranti, bar, negozi commerciali… Si da cioè l’impressione di consegnare alla gestione del privato una grande fetta dell’economia eoliana che forse si integrerà con quella esistente ma potrebbe entrare anche in concorrenza con essa.

Si tratta di aspettative che probabilmente potranno essere limitate e anche negate con un intervento successivo del Consiglio Comunale. Come certamente si potrà successivamente chiarire che il socio privato non si limita solo ad anticipare le somme ma visto che ha di fatto la gestione della società risponde direttamente dei risultati di questa anche e soprattutto se fossero negativi.

Ma quello che ci chiediamo è: “Perché si è voluto creare un forte interesse nei confronti dei privati offrendo loro una società mista di questo spessore? Se questa offerta così delineata non è sostenibile che cosa succede? Diciamo che abbiamo scherzato? E ammesso che questo sia possibile senza danni economici ulteriori salvo i 15 mila euro già versati per il bando che cosa ne sarà della credibilità del nostro Comune? Come potremo riandare domani sul mercato privato per realizzare opere con finanza di progetto o società miste? Una “bufala elettorale” come questa può costare cara alla nostra comunità.

Aggiornamento della I scheda.

 

  1. Nel mese di dicembre 2006 viene avviata una petizione popolare dal titolo “Porti si, ma non così” che raccoglie 1.500 firme in pochi giorni ma il Sindaco non mostra di tenerne alcun conto.
  2. L’1 febbraio il Consiglio Comunale approva con 10 voti contro nove un documento che pur ponendo alcuni paletti da via libera alla gara dei porti. I paletti riguardano soprattutto le strutture di servizio relative al porto commerciale di Sottomonastero che devono essere più contenute. Nei nove voti di opposizione ( che sostenevano un documento più rigido che contemplava anche la non privatizzazione del porto commerciale) oltre a quelli dell’Ulivo, del Consigliere avv. Carnevale di AN che abbandonava il partito e si schierava con l’opposizione e 5 dell’UDC che proprio sulla vicenda perdevano due consiglieri che si schieravano col Sindaco.
  3. Nel mese di maggio veniva fatta la selezione ( con una commissione interna formata da funzionari comunali ) con due ditte che avevano presentato proposte e la gara se la aggiudicava Condotte d’Acqua spa.
  4. L’avv. Scoglio rappresentante di Condotte d’Acqua ha fatto tutta la campagna elettorale del2007 afianco al Sindaco Mariano Bruno sia parlando nei comizi sia partecipando agli spot televisivi.

Giugno 2007

Il Coniglio del Sindaco sui porti di Lipari

 (da “Quore” n. 3 del 3 aprile 2007)

 I porti sono da sempre la grande attesa e la grande speranza delle Eolie. Parliamo del porto per le comunicazioni che è praticamente l’unica porta di accesso alle isole ed i porti turistici che possono essere una buona risorsa economica. Una attesa ed una speranza sempre deluse? Non è vero. Nessuna amministrazione meglio di questa si è trovata, appena eletta, una eccellente base di partenza per risolvere questi problemi: innanzitutto un finanziamento di 50 miliardi di lire per la messa in sicurezza, un piano regolatore avviato e fermo in attesa di finanziamenti, finanziamenti nel DUPIM per la progettazione, uno studio di fattibilità finanziato dalla Regione, un capitolo di finanziamenti comunitari con misure ad hoc.

 Il piano regolatorenel cassetto

Che cosa succede? L’Amministrazione tergiversa per cinque anni salvo lo spostamento – senza preparazione – degli aliscafi da Marina Corta a Sottomonastero mettendo mano ad un pontile che dovrebbe essere superato dalle opere portuali, finge di lavorare al piano regolatore dei porti con il concorso delle opposizioni e degli esperti, poi dimentica tutto in un cassetto ed aspetta gli ultimi mesi – praticamente ad amministrazione scaduta – per uscire improvvisamente dal cappello il classico coniglio.

 Le nostre proposte

Ma del coniglio parleremo dopo, prima vogliamo dire che i porti li vogliamo anche noi: i porti per le comunicazioni ed il commercio ed i porti per il turismo. Ed a questo proposito abbiamo idee molto chiare e precise: 1)va sistemato Sottomonastero con la creazione della diga foranea di220 metriin prossimità di dove oggi c’è il pontile degli aliscafi permettendo attracchi di navi e di aliscafi sui due versanti, sistemazione della banchina con la creazione di un parcheggio sotterraneo e dei servizi essenziali, sistemazione di punta Scaliddi;  2) va sistemato Pignataro come porticciolo turistico con la creazione di una diga che parta da Bagnamare e protegga il porticciolo già esistente mentre vanno mantenute sul vecchio versante le utenze già esistenti; 3) va sistemata Marina Corta dedicando la parte verso il castello alle barche da pesca mentre quella verso Vulcano alle barche di servizio al turismo ( va anche verificata la possibilità di realizzare qui un piccolo porto turistico se questo serve a ravvivare Marina Corta);  4)va lasciata Marina lunga intatta dove possono continuare ad operare i pontili mobili..

Questi porti – salvo Sottomonastero che riteniamo debba rimanere porto pubblico affidata ad una autorità del porto che lo gestisca economicamente al meglio – potrebbero anche vedere il concorso di privati ma più che attraverso la creazione di società miste preferiremmo le gestioni con finanza di progetto.

 Il coniglio del Sindaco

Ed ora veniamo al coniglio. Il 14 settembre il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare il Programma triennale delle opere pubbliche. Si tratta di un appuntamento rituale che spesso non contiene novità particolari e quindi vede il Consiglio distratto. D’altronde nessuno avverte i consiglieri che stanno compiendo un atto di straordinario rilievo. Nessuno li avverte che nelle pieghe del Programma viene riconosciuto di pubblico interesse uno studio di fattibilità dei porti della rada di Lipari opera dell’ing. Rodriquez e che viene indicata per la realizzazione e la gestione di questi porti la creazione di una società mista a prevalente ( non più dell’80%) capitale privato.

Solo a metà ottobre si comincia a comprendere quale sia stata la portata del Consiglio Comunale del 14 settembre ed infatti il 20 ottobre il Dirigente del settore Lavori pubblici indice la gara per la selezione del socio. Poi per l’iniziativa dell’opposizione ma anche di parte significativa della maggioranza – che proprio su questa vicenda si spacca con le prese di distanze dell’UDC e del Consigliere Emanuele Carnevale di AN – la gara slitta e la selezione dovrebbe avvenire ormai a giorni. Nel frattempo nel Paese si scatena una forte disputata con convegni, dibattiti, petizioni. Il Consiglio vota l’1 febbraio,10 contro 9 un documento che pone alcuni paletti ma da via libera alla gara per i porti.

 Perché siamo contrari al coniglio

Ciò che si rimprovera a questo progetto firmato dalla Condotte d’Acque spa è:

1)la cementificazione gravissima di tutta la fascia litoranea che da Pignataro va a Marina corta con la creazione di opere di forte impatto ambientale;

2) la consegna ai privati di tutta la costa ma soprattutto del porto di collegamento e commerciale di Sottomonastero che è l’accesso obbligato non solo all’isola di Lipari ma praticamente a tutte le Eolie;

3) una mancanza di chiarezza delle responsabilità economiche e finanziarie del Comune nella gestione della società mista.

Infine. L’amministrazione continua a parlare di porti ma in realtà si parla solo dei porti di Lipari.  Le isole minori vengono trascurate. Eppure gravi problemi di portualità presentano anche Panarea, Stromboli, Vulcano ed Alicudi. Noi invece riteniamo che, pur nel rispetto dell’ambiente,ogni isola abbia diritto al .porticciolo protetto.

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