Dietro il Tuo volto splendente….

Ricordo di Aida Camporeale Giacomantonio nel terzo anniversario del suo transito.

2 dicembre 2014

sovrapposizione

Io credo Signore, ma tu rafforza la mia fede.

Si approssima, Signore, il terzo anno che Aida mi ha lasciato. Io, Signore, so, con tutta la fede di cui sono capace, che lei è viva nel tuo Regno dove spero di poterla incontrare presto. Eppure questa certezza io la vivo con la ragione ma devo sempre, ogni volta, superare nel profondo del mio animo uno scetticismo che invece continua ad insinuare il dubbio che io Aida l’ho persa per sempre e che nulla c’è al di là della vita. Questo è il grande peccato che mi tormenta: una fede minata dal dubbio e dallo scetticismo.
Come capisco Tommaso che dice: “Se non vedo Gesù vivo con i miei occhi, e non metto il mio dito nelle sue piaghe e la mia mano nel suo costato, io non posso credere nella sua resurrezione”. E per questo prego che il Signore abbia pietà di me e mi perdoni come ha perdonato Tommaso. E penso anche che finché non mi guadagnerò il suo perdono, vincendo lo scetticismo, io non sarò accolto nel suo Regno.
Prego, Signore, e medito i tre punti forti della mia fede che ho maturato negli anni ed a cui mi aggrappo quando il dubbio e lo scetticismo mi assalgono.
Il primo punto è il grande progetto della creazione, un’opera grandiosa e bella, oltre che coerente in ogni sua parte, che solo un Dio può avere concepito e posto in essere. Il grande progetto così come emerge dalla Rivelazione, dall’Antico e Nuovo Testamento, e che io ho tentato di riassumere, avvalendomi del contributo della teologia e della ricerca, nel libretto “Vi racconto una storia…infinita”. Ho detto “grandiosa” e “bella”. La bellezza non è solo un canone puramente estetico ma anche un connotato della verità come ci ha insegnato von Balthazar. E’ grandiosa e bella questa immagine di un Dio folle d’amore che cerca con la sua creatività di esprimere amore e di circondarsi di rapporti che generano amore, che insegue l’uomo cercando in lui un partner con cui rapportarsi liberamente e che liberamente ricambi il suo amore. E’ grandiosa è bella questa vicenda di un Dio che per ridare un senso positivo all’universo fortemente danneggiato dal peccato degli angeli e degli uomini non esita a spogliare il figlio della divinità permettendogli di affrontare una avventura terribile. E’ grandioso e bello l’esito della missione del Figlio che si conclude con la rivoluzione del Paradiso trasformandolo nel Regno del quale fanno parte gli uomini con i loro valori, le speranze, le opere che esprimono amore, carità, solidarietà. Di questo progetto grandioso e bello i due punti più luminosi sono Gesù Cristo e la sua Resurrezione.

Sepolcro
Il Sepolcro nella Basilica di Gerusalemme

La Resurrezione è il secondo punto d’appoggio. E’ il più grande dei miracoli mai accaduti dove un uomo risuscita per non morire più e per garantire la resurrezione e l’immortalità a quanti crederanno in lui. Ed un miracolo nel miracolo è la fede nella resurrezione che animerà apostoli e discepoli e rappresenta, di per se, la prova più forte che Gesù è veramente risorto e la resurrezione è veramente avvenuta. Questi apostoli e questi discepoli che l’arresto di Gesù ha messo in fuga, che ha reso tremebondi, che non hanno – come Pietro – nemmeno il coraggio di riconoscere che erano suoi amici, alla notizia della sua resurrezione portata da alcune donne, improvvisamente ritornano e senza più timore alcuno prendono a testimoniare della resurrezione del Signore, fino al martirio. Non alcuni, ma tutti, apostoli e discepoli. Senza più dubbio alcuno e chi aveva avuto qualche dubbio, come Tommaso, lo supera ed è con gli altri fino in fondo, fino alla morte.
Il terzo punto d’appoggio è l’uomo Gesù. In Gesù Cristo Dio ha rivelato la grandezza dell’uomo.
“Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia”.
Così il Salmo 138. Ma una “meraviglia stupenda” non è solo Gesù ma, in potenza, ogni uomo. “La gloria di Dio”, ricordava un Padre della Chiesa, Ireneo da Lione, “è l’uomo vivente”. Per cui questa “meraviglia stupenda”, questa “gloria di Dio” non può dissolversi nella morte ed il Figlio è venuto a recuperarla risuscitandola e dandole immortalità. Questo mi dico quando penso alle virtù di Aida, alla sua tenerezza, alla sua misericordia, alla sua forza, al suo coraggio, alla sua saggezza. Io questi doni meravigliosi li ho conosciuti e so che continuano a vivere perché altrimenti questa creazione non avrebbe senso.
Ecco su questi tre punti io vado meditando ed essi sono la forza della mia fede. Essi sono la mia arma contro i dubbi e lo scetticismo.

Gesù condotto nel Sepolcro
Gerusalemme. Basilica del Santo Sepolcro. Gesù è condotto nel Sepolcro.

Il Canto del nostro amore.

Subito dopo la morte di Aida io ho composto una preghiera di ringraziamento e di lode al Signore per aver fatto nascere Aida ed averci permesso di amarci per cinquantatré anni, otto di fidanzamento e quarantacinque di matrimonio. E questa preghiera io recito tutte le mattine. Quest’anno, una giorno, durante la Messa, all’Offertorio io ho preso a chiedere al Signore di concederci una quarta stagione – dopo il fidanzamento, il matrimonio e questa separazione – quella della vita eterna dove il nostro amore bruci come fiamma di gioia e di lode dinnanzi a Lu: la Canzone del nostro amore. Una canzone costruita sulla trama della lode che recito al mattino.

“Noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo Signore,
perché hai permesso che io ed Aida ci conoscessimo e
ci innamorassimo l’uno dell’altro.
Noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo Signore,
per gli otto anni di fidanzamento
durante i quali abbiamo approfondito la nostra conoscenza, i nostri sentimenti, il nostro amore
ed hai permesso che il 27 giugno del 1966
ci sposassimo ad Assisi
ed hai benedetto le nostre nozze nella chiesetta di San Damiano.

Coppia 1

Coppia 2

Due foto del periodo del fidanzamento. A sinistra alla Serra ed a destra a Quattrocchi

href=”https://micgiacomantonio.wordpress.com/wp-content/uploads/2014/11/s-damiano-piazza.jpg”>S.Damiano Piazza

Assisi S. Damiano interno

Matrimonio

San Damiano ad Assisi. In alto a sinistra, la chiesetta dall’esterno. A destra, l’interno. Sotto un momento del matrimonio mio e di Aida.<a

Noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo Signore,
perché ci hai donati 45 anni di matrimonio
tutti vissuti nella serenità e nella tenerezza
e ricchi di momenti di gioia e anche di felicità.
Certo non sono mancati difficoltà, problemi, malattie, incomprensioni
ma tutto abbiamo affrontato insieme,
mano nella mano, facendoci forza e coraggio a vicenda.
Abbiamo affrontato insieme il mio infarto e
così la grande malattia di Aida che è durata due anni.
Due anni duri, sofferti ma anche ricchi di speranza e di attesa
in cui è cresciuto il nostro amore
e la nostra capacità di pregare.
Due anni in cui ho imparato molto di lei e da lei.
Ho imparato la tenacia, la forza,
la capacità di soffrire in silenzio, una fede schietta, sincera,
senza dubbi e scetticismi.

Abbiamo cercato di vivere con serenità e fiducia
ogni esperienza: l’ospedale a Milano con le lunghe giornate
in albergo fra una terapia e l’altra, a Messina e poi
le ultime sofferte settimane a Lipari.
Lei mi ha insegnato che cos’è la fede ed io spero
di averle dimostrato che cos’è la dedizione completa,
offerta con amore.

S.Fedele

L’Ospedale San Raffaele di Milano.

Aida S,Fedele

Al San Raffaele di Milano durante la tomoterapia.

E all’improvviso Signore è arrivato quel terribile 2 dicembre 2011
quando Tu ti sei preso Aida malgrado le mie preghiere ed io sono rimasto solo
senza la sua forza, senza la sua tenerezza.
Oggi, Signore, Aida è nel Tuo Regno,
a fianco a Te, dove io spero di raggiungerla al più presto
per condividere con lei la quarta stagione del nostro amore
e rivolgere a Te, di nuovo insieme, per l’eternità
la canzone del nostro amore.

Preghiera all’Offertorio
La Canzone del nostro amore è un momento della preghiera che tutti i giorni recito all’Offertorio. La preghiera all’Offertorio e quella dopo l’ Eucarestia sono i due momenti che fanno della Messa comune, la mia Messa. Ricordo un canto liturgico:
“Guarda questa offerta,/guarda a noi, Signor:
tutto noi t’offriamo/per unirci a Te.
Nella tua Messa,/la nostra Messa,
nella tua vita/la nostra vita.
Che possiamo offrirti,/nostro Creator ?
Ecco il nostro niente,/prendilo, o Signor”.

Signore Gesù,

fra qualche momento tu scenderai sull’altare per tramutare il pane nel tuo corpo ed il vino nel tuo sangue. Il pane e il vino che la comunità ti offre come simbolo della sua partecipazione alla creazione col proprio lavoro, la fatica, la sofferenza ma anche la gioia, la speranza, la creatività. Permetti che, a fianco al pane ed al vino, io metta sull’altare l’offerta di Aida e mia, il risultato più bello della nostra vita: i cinquantasei anni di amore reciproco che comprendono gli otto di fidanzamento, i quarantacinque di matrimonio e quelli che ci hanno unito malgrado io fossi su questa terra e lei nell’eternità.
Qualche giorno prima di abbandonare la sua vita terrena, Aida, sentendo che la malattia avanzava dentro di lei, mi disse “Amore mio, devi farti forza, devi farti coraggio”, Io capii che quelle parole in qualche modo erano un addio ma io non volevo arrendermi e speravo ancora. Speravo in un tuo miracolo, Signore, che permettesse ad Aida di continuare a vivere al mio fianco ancora per diversi anni e cercai di respingere le sue parole dicendo “Amore mio, sei tu la mia fora, sei tu il mio coraggio”. Lei sospirò e mi strinse le mani. Io la baciai sulle labbra.
Ma altri erano i tuoi propositi, Signore, e dopo qualche giorno dovetti prenderne inesorabilmente atto. E così, Signore, da quel giorno, in tutte le Eucarestie a cui partecipo, io colloco sul tuo altare, a fianco al pane ed al vino, il nostro amore perché tu lo purifichi, lo trasfiguri, trasformi anch’esso nel tuo corpo e nel tuo sangue ed ancora permetti che, nel tuo Regno, Aida ed io, di nuovi uniti e questa volta per l’eternità, possiamo continuare ad alimentarlo nella quarta fase della nostra esistenza: quella dell’eternità dopo il fidanzamento, dopo il matrimonio, dopo la vedovanza.
E così il nostro amore brucerà come fiamma perenne di fronte a Te mentre noi ripetiamo, insieme, la canzone del nostro amore…

Cenacolo

La sala dove avvenne l’ultima cena e Gesù istituì l’Eucarestia

Questa preghiera ha un seguito. Un giorno che la ripetevo dinnanzi alla tomba di Aida improvvisamente ho sentito dentro di me come una voce. “il Signore ha esaudito la tua preghiera la fiamma dell’amore tuo e di Aida, già ora brilla nel Suo regno”. Io non so mai se questi episodi, quando accadono, sono frutto della mia fantasia e del mio desiderio o sono ispirati. Il fatto è che una grande emozione e commozione mi ha assalito e non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Poi, nei giorni seguenti, per cercare di rendere a me più presente, ho cercato di immaginare quale potrebbe essere collocata questa fiamma. E nessun posto mi è parso più adeguato di piazza Mazzini fra dove c’era un tempo il “Boschetto”, il vecchio campo da tennis trasformato in pista da ballo in estate dove Aida ed io ci scambiammo il primo bacio, e il ristorante Filippino dove festeggiammo a pranzo l’ultimo nostro anniversario di matrimonio, il quarantacinquesimo.

Pranzo 27 6 11
Un momento del pranzo del 27 giugno 2011

Ecco io penso che tutti i giorni, Aida ed io, una volta riuniti nel Tuo regno, raggiungiamo quel posto dove non ci saranno né costruzioni né strade ma un grande prato erboso con tante piante secolari, e lì, in piedi, mano nella mano, dinnanzi alla fiamma, recitiamo il canto del nostro amore.

Preghiera dopo l’Eucarestia

Signore Gesù,
Io ti ringrazio perché anche oggi hai permesso che io entrassi in comunione con te nel sacramento dell’Eucarestia e, grazie a te, in comunione anche con Aida. Tutte le volte che mi immergo nella tua adorazione mi vengono in mente le parole del teologo Karl Rahner che ti chiede la grazia di andarsene da questo mondo pregando, “affinché l’ultima parola del cuore in questo tempo possa essere la prima parola dell’eternità che non ha più fine”.
Così, immerso nel raccoglimento, con gli occhi chiusi, ascolto i suoni dell’armonium ed i canti dell’assemblea aspettando il giorno in cui improvvisamente intorno a me si farà silenzio ed io aprirò gli occhi incuriosito e non sono più in una chiesa ma dinnanzi al Tuo volto splendente. E dietro il tuo volto c’è Aida col suo sorriso radioso, come in quella foto della pasquetta di qualche anno fa che ho proprio di fronte al mio letto.

Aida Pasquetta
Aida, Pasquetta del 2007

Ed Aida, Signore, viene verso di me, mi bacia sulle labbra e mi prende per mano per condurmi alla casa della nostra eternità che altre volte ho descritto nelle mie preghiere.
E lì nella casa, Signore, ci sono ad attendermi gli amici ed i parenti per cui prego tutti i giorni dinnanzi al tuo altare. Ci sono mia mamma e mio papà, zia Nunziatina, Gabriella e Saverio, nonna Francesca e la piccola Delia, c’è il mio amico Beppe di Napoli che mi viene incontro con la sua aria scanzonata e mi dice “Benvenuto, capo”, c’è anche la pattuglia delle mie guide spirituali da padre Pio Parisi al cardinale Martini, al biblista Giuseppe Barbaglio ma anche quelli che proprio ortodossi non erano come Ambrogio Valsecchi e don Luigi Negri ma che ho amato forse più di tutti.
E dopo aver salutato tutti, la prima cosa che dico è che Aida ed io dobbiamo adempiere ad un voto che non siamo riusciti a realizzare sulla terra perché la malattia è peggiorata rapidamente e cioè quella di tornare in pellegrinaggio in Terrasanta. “Andremo ad adorare Gesù nel suo tempo ed assisteremo al discorso della montagna con tutti quelli di voi che vorranno unirsi a noi”. E così partiamo, Signore, perché nel tuo Regno non esistono distanze di tempo e di spazio e tutto è prossimo e compresente.

Monte Beatitudini

La Chiesa delle Beatitudini

Sul colle delle Beatitudini c’è una gran folla ed io ed Aida ci mettiamo dietro la folla ed ascoltiamo mano nella mano. Improvvisamente io realizzo che sto stringendo la mano di Aida, che Tu sei di fronte a me vivo e presente e che sento le parole del Vangelo direttamente da Te e questo nel giorno che non ha tramonto.

Panorama 2
Panorama dal Monte delle Beatitudini

Così una gioia immensa mi investe perché di è realizzata per me la “beata speranza”. Poi Gesù finisce di parlare e la folla si scioglie d anche noi andiamo via.
E tornati dalla Terrasanta partecipiamo al grande pranzo della riunificazione allestito sul grande terrazzo che unisce la casa delle mie zie alla Serra dove trascorrevo diverse giornate in estate, con la casa di Aida a Pianoconte frequentata, sempre in estate, da lei e dai suoi e che oggi è dei figli di Saverio.
E siamo Aida ed io a servire passando fra i tavoli mentre sul terrazzo della Serra, all’aperto, le zie preparano i maccheroni fatti in casa conditi col sugo di carne e il polpettone ripieno. Ed ad un certo punto, come ho detto un’altra vota, arrivi anche Tu a salutare e venendomi vicino, scherzando, mi chiedi: “C’è ancora vino?”. E io ti rispondo Signore : “Sono ubriaco di gioia”.
E’ la preghiera più bella, Signore, quella che amo di più perché rivedo Aida nel suo splendore com’era prima della malattia ed ancora di più perché ora il suo corpo è quello trasfigurato e glorificato. E questo mi dà un momento di quella pace e serenità che vado ricercando.

Battesimo Sabrina 033
Aida ed io nella casa di Saverio a Pianoconte. Aida distribuisce i dolci dopo il battesimo di Sabrina

Ho rubato un fiore

Stamattina ho rubato un fiore
per portarlo al mio amore.
L’ho staccato da una pianta lungo la strada
e l’ho messo subito in tasca.
Era una gardenia bianca,
una delle prime della stagione
e forse per questo non era bellissima.
La pioggia, il vento, il freddo
l’avevano un po’ rovinata.
Ma io credo che l’amore mio
l’abbia ugualmente gradita
perché ama molto i fiori ed anch’io
ho imparato ad amarli.
L’amore mio è in un paese lontano, bellissimo
dove spero di raggiungerla presto.
Io parlo con lei tutto il giorno
ma non sempre lei mi risponde e così
uso il linguaggio dei fiori.

magnolia

Ogni settimana le dono
un bouquet di rose rosse
che dicono del mio amore,
e poi i garofani variopinti
che esprimono il mio umore,
i fiori della primavera dove domina il giallo
e tanti colori vivaci che fanno allegria e
mi commuovo fino alle lacrime,
i ciclamini rossi e bianchi, le petunie…
Un tempo non sapevo niente dei fiori
ora ho imparato a conoscerli
e così se al mio amore le parole sfuggono,
i fiori li vede di sicuro.
I fiori sul comò della nostra camera da letto
fra le nostre fotografie,
i fiori sulla sua tomba.

(Venerdì 14 marzo 2014)

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